ML Wang, un nome una certezza: dopo questa lettura e The Sword of Kaigen, si conferma come autrice di cui leggerò i libri senza pensarci due volte.

La mia lettura è iniziata al quanto alla cieca, senza eccessive ricerche riguardo ai grossi temi affrontati dalla storia. Le alte aspettative e il mio eterno cinismo mi hanno reso un po' scettica sullo sviluppo adeguato della storia, soprattutto visti i ritmi del primo arco narrativo molto frettolosi e densi. 
Sono estasiata nel dire avevo completamente torto.

Tiran, città emblema dell'innovazione e cuore pulsante della civiltà, dimostra come il progresso avrà sempre un costo, che inevitabilmente viene pagato con il sangue. La grossa ferita che traspare nel corso della storia non viene sminuita con un misero cerotto di eccessivo eroismo e ingenua positività:

Sciona non diventa magicamente l'emblema dell'altruismo e amata dal popolo, Carra non cresce come bimba indifesa e innocente, e Thomil è chiaramente eroso da un decennio di maltrattamenti.

I personaggi appaiono così vivi e autentici, rispecchiando la realtà in cui vivono attraverso i loro difetti e le loro azioni non sempre sagge. 

Ho apprezzato particolarmente la fine di Sciona: fino all'ultimo ho temuto che il suo sacrificio sarebbe andato a cancellare il peso delle conseguenze delle sue azioni perdonando il fatto che per tutta la sua vita fosse parte del sistema oppressivo, a prescindere dalle difficoltà che ha dovuto affrontare lei stessa.

Si nota come l'autrice rispetti il lettore, in quanto non usa il banale elemento shock rivelando informazioni senza fondamento, e preferisce far fiorire i temi trattati attraverso le esperienze dei personaggi e conversazioni organiche tra di loro(looking at you Babel). 

Mi trattengo dal dare il punteggio pieno per il ritmo troppo veloce iniziale: trovo che alcuni momenti emotivi molto intensi abbiano perso parte del loro impatto per l'eccessivo susseguirsi di avvenimenti. 

Detto questo, blood over bright haven mi ha dato nuova speranza con la ricerca di fantasy di mio gusto in grado di trattare tematiche serie in modo realistico e rispettoso, e per questo devo molto alla Wang. Non vedo l'ora di leggere altro dalla sua brillante mente.   

I went into this book with the very little knowledge of what it was about besides having a dark academia setting, and I appreciate that as it afforded me the opportunity to experience it at firsthand.

My favorite thing about M. L. Wang’s works however shall always be her unique ability to seize the most specific, unsettling, and devastating emotions and bring them to life through her words. Before I had any inkling of what the plot could be about, I cared about the characters she introduced me to and what would happen next. Unfortunately except towards the beginning, while I was interested in the events that would happen next I rarely found myself genuinely invested in the stakes. Perhaps, it’s easier for me to feel emotionally connected to smaller-scale, more personal conflict. Luckily, despite not relating to the main character, Sciona, much at all, I found her perspective and thoughts to be captivating, her boldness and willingness (stubbornness) to stand by her values admirable. The great character work really did a lot of heavy lifting in this book.

While I do think the messaging about sexism and colonialism was a little heavy handed, I don’t think that it’s any less enjoyable or important. I think her depictions of the truths and emotions that underly these things were realistic and necessary for to get the purpose of this particular book across. To compare it to Sword of Kaigen would be doing a disservice to both novels because they are fundamentally different in what they are trying to accomplish. 

This woman-in-STEM approach to the story and world was surprisingly interesting considering I generally prefer more traditional fantasy environments. Still, my heart is set on softer magic systems that bring wonder to my eyes and heal my soul. 
Overall, it was a good experience that I’d recommend.