Semmai dovesse venirmi voglia di scrivere una storia ambientata nel mio vecchio Dipartimento, vorrei che venisse fuori qualcosa con le vibez di questo libro: ironico, tenero, geniale e metanarrativo.

E i personaggi sono tuttɜ così tridimensionali che non puoi non voler bene loro, soprattutto a Selin (che pure alle volte vorresti urlarle di svegliarsi fuori, ma senza troppa cattiveria, con lo stesso tono con cui lo diresti al te stessə del passato) e a Svetlana.

Voler bene a tuttɜ tranne a Ivan, a.k.a. se Nino Sarratore avesse un dottorato in matematica.