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A review by momotan
Sostiene Pereira by Antonio Tabucchi
4.0
Un gran bel libro.
Nel 1938, a Lisbona, il giornalista Pereira vive -anzi, sopravvive- ancorato al passato, in uno stato di stasi. Parla con la fotografia della moglia morte, vive da solo, non ha amici e dopo trent'anni come cronista per un grande giornale ora si è trasferito in un giornale nuovo e piccolo, per dirigerne la pagina culturale.
Finché, per un caso, non incrocia il cammino del giovane Monteiro Rossi, uno studente universitario che aveva scritto una tesi di filosofia sulla morte, argomento al quale Pereira si sta interessando.
L'incontro con lo studente e con la sua ragazza provocherà un lento ma inevitabile mutamento nella personalità di Pereira. Dalla morte il suo pensiero virerà sull'anima, la realtà comincerà a filtrare nella sua vita, gli eventi di attualità acquisteranno sempre maggiore importanza: la guerra civile in Spagna, la Germania nazista e l'Italia fascista in ascesa in Europa, la trasformazione totalitaria del Portogallo.
Alla fine l'epilogo è quasi prevedibile, ma arriva come un atteso e agognato riconoscimento della rinascita dell'anima di Pereira, oltre che della denuncia di quanto accadeva e di come fosse facile manipolare le idee della gente. E' tremendo quando si legge che, dalle trasmissioni clandestine di Radio Londra, sentono dire che anche il Portogallo è una dittatura, e riflettendoci un poco decidono che è vero, sono diventati una dittatura: i cambiamenti avvengono poco per volta, senza proclami netti e repentini, erodendo una pietra alla volta, finché la Repubblica scompare per lasciare il posto alla censura, al pensiero imposto, alla polizia segreta, alle torture e agli omicidi.
Un romanzo dalla scrittura molto particolare, dalla genesi intrigante e dal messaggio dirompente, attualissimo.
Nel 1938, a Lisbona, il giornalista Pereira vive -anzi, sopravvive- ancorato al passato, in uno stato di stasi. Parla con la fotografia della moglia morte, vive da solo, non ha amici e dopo trent'anni come cronista per un grande giornale ora si è trasferito in un giornale nuovo e piccolo, per dirigerne la pagina culturale.
Finché, per un caso, non incrocia il cammino del giovane Monteiro Rossi, uno studente universitario che aveva scritto una tesi di filosofia sulla morte, argomento al quale Pereira si sta interessando.
L'incontro con lo studente e con la sua ragazza provocherà un lento ma inevitabile mutamento nella personalità di Pereira. Dalla morte il suo pensiero virerà sull'anima, la realtà comincerà a filtrare nella sua vita, gli eventi di attualità acquisteranno sempre maggiore importanza: la guerra civile in Spagna, la Germania nazista e l'Italia fascista in ascesa in Europa, la trasformazione totalitaria del Portogallo.
Alla fine l'epilogo è quasi prevedibile, ma arriva come un atteso e agognato riconoscimento della rinascita dell'anima di Pereira, oltre che della denuncia di quanto accadeva e di come fosse facile manipolare le idee della gente. E' tremendo quando si legge che, dalle trasmissioni clandestine di Radio Londra, sentono dire che anche il Portogallo è una dittatura, e riflettendoci un poco decidono che è vero, sono diventati una dittatura: i cambiamenti avvengono poco per volta, senza proclami netti e repentini, erodendo una pietra alla volta, finché la Repubblica scompare per lasciare il posto alla censura, al pensiero imposto, alla polizia segreta, alle torture e agli omicidi.
Un romanzo dalla scrittura molto particolare, dalla genesi intrigante e dal messaggio dirompente, attualissimo.