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A review by dennyb1
Guida il tuo carro sulle ossa dei morti by Olga Tokarczuk
4.0
“A volte ho l’impressione che viviamo in un mondo che ci inventiamo noi. Stabiliamo che cosa è buono e che cosa non lo è, disegniamo le mappe dei significati… e poi per tutta la vita combattiamo contro tutto quello che abbiamo concepito”.
L’essere umano ha sempre avuto la convinzione di essere il padrone della natura, invece di farne parte come tutti gli altri essere viventi. Si dice che l’uomo è il predatore più pericoloso, ed è vero. Se diverse specie animali sono in via d’estinzione è colpa sua, così come è sua la colpa della distruzione del loro habitat e dell’ambiente che circonda lui stesso, cieco si cambiamenti climatici da cui non ci rialzeremo mai più se si continuerà ad andare verso il baratro a questa velocità folle.
È vero ciò che dice il titolo del romanzo (attingendo dai versi di William Blake): noi guidiamo il nostro carro sulle ossa dei morti. Ed è un po’ la stessa cosa che dice uno dei due protagonisti di Lonesome Dove: la terra che calpestiamo e percorriamo, che sia a piedi, su un cavallo o a bordo di un carro, è fatta di ossa. Una distesa infinita di ossa.
Contribuiamo tutti a quest’infinita distesa di ossa con la nostra incapacità di anche solo immaginare una società migliore, come se questa in cui ci siamo ritrovati a vivere fosse scesa dal cielo su ali d’angelo e non si potesse toccare. Ma diamine, io al sole non posso sparare! Non posso accecare la luna! Non posso schiacciare le stelle come mozziconi di sigarette!
Ma stravolgere l’intera società affinché tutti, davvero, possano vivere (e non sopravvivere) è fattibile.
Possiamo cambiare, è la verità.
Possiamo far parte della natura (e non dominarla).
Se solo lo volessimo tutti.
L’essere umano ha sempre avuto la convinzione di essere il padrone della natura, invece di farne parte come tutti gli altri essere viventi. Si dice che l’uomo è il predatore più pericoloso, ed è vero. Se diverse specie animali sono in via d’estinzione è colpa sua, così come è sua la colpa della distruzione del loro habitat e dell’ambiente che circonda lui stesso, cieco si cambiamenti climatici da cui non ci rialzeremo mai più se si continuerà ad andare verso il baratro a questa velocità folle.
È vero ciò che dice il titolo del romanzo (attingendo dai versi di William Blake): noi guidiamo il nostro carro sulle ossa dei morti. Ed è un po’ la stessa cosa che dice uno dei due protagonisti di Lonesome Dove: la terra che calpestiamo e percorriamo, che sia a piedi, su un cavallo o a bordo di un carro, è fatta di ossa. Una distesa infinita di ossa.
Contribuiamo tutti a quest’infinita distesa di ossa con la nostra incapacità di anche solo immaginare una società migliore, come se questa in cui ci siamo ritrovati a vivere fosse scesa dal cielo su ali d’angelo e non si potesse toccare. Ma diamine, io al sole non posso sparare! Non posso accecare la luna! Non posso schiacciare le stelle come mozziconi di sigarette!
Ma stravolgere l’intera società affinché tutti, davvero, possano vivere (e non sopravvivere) è fattibile.
Possiamo cambiare, è la verità.
Possiamo far parte della natura (e non dominarla).
Se solo lo volessimo tutti.