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A review by frahorus
La casa dei fiamminghi by Georges Simenon
3.0
Continuo la maratona Maigret ed eccoci al 14esimo romanzo sul celebre commissario di polizia francese, anche stavolta in trasferta: prende il treno e arriva a Givet, una cittadina francese che confina col Belgio ed è attraversata dal fiume Mosa. Qua Maigret viene accolto dall'unica famiglia fiamminga del paese, i Peeters, dove proverà ad indagare per scagionare i sospetti che tutti gli abitanti hanno su di loro, visto che è scomparsa una ragazza, Germaine, che ha avuto un bambino col figlio dei fiamminghi, Joseph, e l'ultima volta è stata vista proprio entrare nella loro casa. La famiglia Peeters era contraria a un matrimonio riparatore perché la ragazza scomparsa apparteneva a una povera famiglia di operai e perché Joseph era già promesso sposo della benestante cugina Marguerite. A chiedere l'aiuto di Maigret è stata Anna, sorella di Joseph. Fin dall'inizio il nostro commissario trova un clima ostile perché gli abitanti vedono in lui un vero e proprio nemico, un poliziotto di parigini che viene a difendere i fiamminghi. Naturalmente egli scoprirà i motivi della scomparsa della ragazza e chi è stato il colpevole e deciderà la sua umanità a fare una scelta contro le regole.
In questo romanzo possiamo comprendere lo stile di Maigret: più che fare delle indagini egli si muove sulle atmosfere e giungerà a scoprire il colpevole guidato dal suo intuito. Come ho già detto in una passata recensione su Maigret, egli è come una spugna: assorbe tutto ciò che lo circonda, i dialoghi, le atmosfere, gli odori, le persone e quasi sempre frequenta il bar del paese, luogo dove ci si conosce e dove quasi tutti passano anche solo per un caffè o per scambiare due chiacchiere. Gli assassini che ci pennella Simenon è gente comune che spesso appartiene alla classe operaia, non troveremo mai un genio del male che complotta e organizza chissà quale omicidio, ma il delitto si rifà al dramma di esistere e spesso sopravvivere al quotidiano, e quasi sempre l'assassino o lo diventa per sbaglio, o una tragedia lo porta a quel gesto estremo. Un'altra caratteristica di Simenon è quella di farci entrare dentro le case, facendoci osservare quelle situazioni familiari che avvengono in esse.
In questo romanzo possiamo comprendere lo stile di Maigret: più che fare delle indagini egli si muove sulle atmosfere e giungerà a scoprire il colpevole guidato dal suo intuito. Come ho già detto in una passata recensione su Maigret, egli è come una spugna: assorbe tutto ciò che lo circonda, i dialoghi, le atmosfere, gli odori, le persone e quasi sempre frequenta il bar del paese, luogo dove ci si conosce e dove quasi tutti passano anche solo per un caffè o per scambiare due chiacchiere. Gli assassini che ci pennella Simenon è gente comune che spesso appartiene alla classe operaia, non troveremo mai un genio del male che complotta e organizza chissà quale omicidio, ma il delitto si rifà al dramma di esistere e spesso sopravvivere al quotidiano, e quasi sempre l'assassino o lo diventa per sbaglio, o una tragedia lo porta a quel gesto estremo. Un'altra caratteristica di Simenon è quella di farci entrare dentro le case, facendoci osservare quelle situazioni familiari che avvengono in esse.