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A review by foreverorbiting
Fra le lenzuola by Ian McEwan
4.0
A febbraio ho letto «Fra le lenzuola» di McEwan, principalmente grazie a David Bowie.
Joyce mi sta togliendo molto tempo, nella comprensione dei cavillosi pensieri di Bloom e Dedalus, che vanno dall'ebraismo alla linguistica inglese, dall'Amleto alle più disparate canzonette popolari dell'epoca. Cercavo dunque racconti brevi, che potessero spezzare un po' quell'andatura. Ne ho trovati sette.
Ian McEwan è stato uno dei primi autori che io abbia mai letto, con «L'inventore dei sogni» (di cui ho comprato una bellissima prima edizione insieme a questa a due soldi perché viva la povertà), libro che è rimasto impresso nel cervello puerile della me delle medie.
Un po' come in «The twilight zone», in questa raccolta si sente la desolazione della condizione umana, in una narrazione a tratti onirica e delirante. E così come in «Valerie and her week of wonders», le immagini riconducono spesso alla sessualità (anche se non alla sua scoperta) e al suo lato oscuro, di cui spesso nessuno parla. Trovo potente chi riesce a raccontare con così tanta nonchalance quella folle parte nascosta o sopita in ognuno di noi. Proverei sicuramente a leggere qualcos'altro di suo.
Scusate per i richiami cinematografici, ma non posso farne a meno.
Joyce mi sta togliendo molto tempo, nella comprensione dei cavillosi pensieri di Bloom e Dedalus, che vanno dall'ebraismo alla linguistica inglese, dall'Amleto alle più disparate canzonette popolari dell'epoca. Cercavo dunque racconti brevi, che potessero spezzare un po' quell'andatura. Ne ho trovati sette.
Ian McEwan è stato uno dei primi autori che io abbia mai letto, con «L'inventore dei sogni» (di cui ho comprato una bellissima prima edizione insieme a questa a due soldi perché viva la povertà), libro che è rimasto impresso nel cervello puerile della me delle medie.
Un po' come in «The twilight zone», in questa raccolta si sente la desolazione della condizione umana, in una narrazione a tratti onirica e delirante. E così come in «Valerie and her week of wonders», le immagini riconducono spesso alla sessualità (anche se non alla sua scoperta) e al suo lato oscuro, di cui spesso nessuno parla. Trovo potente chi riesce a raccontare con così tanta nonchalance quella folle parte nascosta o sopita in ognuno di noi. Proverei sicuramente a leggere qualcos'altro di suo.
Scusate per i richiami cinematografici, ma non posso farne a meno.