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A review by lameoedipus
Bournville by Jonathan Coe
5.0
Premessa doverosa: questo è soprattutto un romanzo scritto per gli inglesi. Racconta la storia della Gran Bretagna attraverso alcuni eventi cardine, dalla fine della guerra, la vittoria del mondiale contro la Germania dell'Ovest, fino al funerale della principessa Diana. In ciò si allontana molto da ciò che pensavo che fosse, ovvero, ingannata dall'immagine in copertina, una sorta di "Fabbrica di cioccolato" in chiave adulta, con giusto un po' di realismo magico.
Forse anche per questo ho faticato un po' nella prima parte, e senz'altro anche perché molti degli episodi storici evocati sono inevitabilmente distanti per me: ne ho sentito parlare, ma non li ho vissuti sulla mia pelle, non li ho potuti percepire con il patriottismo degli inglesi (cito ad esempio il capitolo dedicato ai funerali della Principessa Diana, che sconvolsero l'Intero popolo inglese; ma anche lo spot pubblicitario della Austin Metro). Eppure, nonostante ciò, il romanzo trasmette molto anche a chi sia vissuto lontano da tutto ciò e non l'abbia sperimentato in prima persona, grazie alla capacità di Coe, splendido narratore, di avvicinare questi episodi storici alle vicende dei personaggi. Bello, e molto toccante osservarli crescere, trovare il loro posto nel mondo e invecchiare sullo sfondo della storia inglese, di volta in volta raccontata da un diverso punto di vista. Tra tutti è quello di Mary ad avermi colpita di più, forse perché Coe è così naturale e delicato nel mostrarla bambina e giovane donna, protagonista della vicenda, e poi collocarla sullo sfondo, che ci si abitua alla sua presenza, come qualcosa di rassicurante. Come la fabbrica di cioccolato Cadbury di Bournville, cui il romanzo deve il titolo.
Uno dei migliori, se non il migliore, tra i romanzi letti quest'anno.
Forse anche per questo ho faticato un po' nella prima parte, e senz'altro anche perché molti degli episodi storici evocati sono inevitabilmente distanti per me: ne ho sentito parlare, ma non li ho vissuti sulla mia pelle, non li ho potuti percepire con il patriottismo degli inglesi (cito ad esempio il capitolo dedicato ai funerali della Principessa Diana, che sconvolsero l'Intero popolo inglese; ma anche lo spot pubblicitario della Austin Metro). Eppure, nonostante ciò, il romanzo trasmette molto anche a chi sia vissuto lontano da tutto ciò e non l'abbia sperimentato in prima persona, grazie alla capacità di Coe, splendido narratore, di avvicinare questi episodi storici alle vicende dei personaggi. Bello, e molto toccante osservarli crescere, trovare il loro posto nel mondo e invecchiare sullo sfondo della storia inglese, di volta in volta raccontata da un diverso punto di vista. Tra tutti è quello di Mary ad avermi colpita di più, forse perché Coe è così naturale e delicato nel mostrarla bambina e giovane donna, protagonista della vicenda, e poi collocarla sullo sfondo, che ci si abitua alla sua presenza, come qualcosa di rassicurante. Come la fabbrica di cioccolato Cadbury di Bournville, cui il romanzo deve il titolo.
Uno dei migliori, se non il migliore, tra i romanzi letti quest'anno.