Non si ferma un secondo, Kingdom, e si arriva alla fase finale della guerra tra lo Zhao e il Qin, con un colpo di scena che rende, per un attimo, ghiaccio il sangue nelle vene: Riboku, quello strano uomo con i capelli lunghi raccolti in una coda alta, è uno dei Tre Grandi Cielo dello Zhao, e ha un’armata personale che non solo ha falcidiato centinaia di migliaia di nemici, ma è anche l’asso nella manica dello Zhao.
Certo, viene un po’ da ridere che nessuno degli aspiranti strateghi intenti a studiare la battaglia, tra cui Ten e il figlio di Moubu, si sia fatto una sola domanda sulla sua identità e sul perché stesse lì con loro.

E poi ha inizio lo scontro tra Ouki e Houken.
Ouki appare invincibile. Sempre con quel suo sorriso da joker stampato sul viso. E soprattutto la sua arma è spinta dalla sete di vendetta e uccidere l’avversario lo porterebbe a sanare, per quanto possibile, le ferite del suo cuore che da nove anni è addolorato. Liberarsi dalle catene del passato, d’altronde, non è mai facile.
Perché nove anni fa Houken non ha ucciso un semplice Generale dei Cieli: Kyou era molto di più.
Kyou non solo era una donna, ma era colei che sarebbe dovuta diventare la moglie di Ouki.