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melanto_mori's reviews
122 reviews
Le storie della Paranza - I teschi dei ladri by Roberto Saviano
3.0
voto 2.5/5 (arrotondato a 3)
La Dilogia della Paranza è entrata nella mia top-ten di libri preferiti in assoluto a gamba tesa praticamente subito, ma questa graphic novel secondo me non è un prodotto riuscito.
Troppo breve per ciò che vuole dire. Non permette di far crescere la tensione (e, considerando il finale, era NECESSARIO) né dà il tempo di far conoscere i personaggi o quantomeno inquadrarli.
Per chi ha letto i libri si è facilitati, ma comunque non lo trovo 'abbastanza'.
Non so se questo sarà solo un "Volume 1" per una serie di storie dedicate alla Paranza, ma al momento non mi sembra all'altezza dei romanzi.
Trovo invece bellissimi gli schizzi di studio dei personaggi di Liberatore nelle ultime pagine.
La Dilogia della Paranza è entrata nella mia top-ten di libri preferiti in assoluto a gamba tesa praticamente subito, ma questa graphic novel secondo me non è un prodotto riuscito.
Troppo breve per ciò che vuole dire. Non permette di far crescere la tensione (e, considerando il finale, era NECESSARIO) né dà il tempo di far conoscere i personaggi o quantomeno inquadrarli.
Per chi ha letto i libri si è facilitati, ma comunque non lo trovo 'abbastanza'.
Non so se questo sarà solo un "Volume 1" per una serie di storie dedicate alla Paranza, ma al momento non mi sembra all'altezza dei romanzi.
Trovo invece bellissimi gli schizzi di studio dei personaggi di Liberatore nelle ultime pagine.
L'albero di Halloween by Ray Bradbury, Annalisa Mancioli
2.0
Ne sono rimasta delusa.
La trama mi aveva intrigata subito, e alla fine il tema trattato mi è anche piaciuto molto, così come mi è piaciuto che fosse sulla scia della favola... eppure non è scattato nulla con questo libro. Non mi è piaciuta la scrittura, non mi sono piaciuti i dialoghi.
È brevissimo, ma ci ho messo un sacco di tempo a finirlo, trovandolo addirittura noioso.
Un po' mi spiace, era il primo Bradbury che leggevo e avevo aspettative altissime. :(
La trama mi aveva intrigata subito, e alla fine il tema trattato mi è anche piaciuto molto, così come mi è piaciuto che fosse sulla scia della favola... eppure non è scattato nulla con questo libro. Non mi è piaciuta la scrittura, non mi sono piaciuti i dialoghi.
È brevissimo, ma ci ho messo un sacco di tempo a finirlo, trovandolo addirittura noioso.
Un po' mi spiace, era il primo Bradbury che leggevo e avevo aspettative altissime. :(
Non parlare by Uzodinma Iweala
3.0
A questo libro non posso dare più di tre stelle, per svariati motivi, ma quello principale è lo stile di scrittura. Questa scelta di non scrivere i dialoghi in maniera classica, con trattini/caporali, ma di lasciarli all'interno del narrazione, come fossero parte del flusso.
Una scelta che non mi è piaciuta, ha appesantito la lettura e l'ha resa confusionaria in alcuni punti, tanto che non riuscivo a capire chi avesse detto cosa.
Il tema trattato però è molto interessante, questo spaccato sociale con una sequela di elementi che affliggono ancora l'America, altri che affliggono NON SOLO l'America.
Non posso dire che il libro non mi sia piaciuto; o meglio, fino a un certo punto.
E' stato interessante seguire il punto di vista di Niru (questo testo è diviso in due soli pdv ben distinti), le problematiche di essere un ragazzo nero, delle sue origini nigeriane, di vivere in un paese in cui il colore della pelle fa ancora troppo la differenza in certe situazioni. E le cose che dice, le cose che vive e che subisce, fanno male anche a chi legge (penso che la scena più d'impatto per me resterà quella in cui viene fermato dalla polizia per un controllo. L'angoscia pura addosso).
Poi però... si passa al punto di vista di Meredith. E Meredith mi sta davvero sul gozzo. È una stupida ragazzetta, che si comporta da stupida e parla come una stupida (anche se pure Niru, certe volte, mi ha indispettito). Non la reggo. Non la reggevo già dal pdv di Niru, figuratevi quando il focus è passato a lei.
Quando ho letto l'evento drammatico, avrei voluto chiudere il libro e mollarlo lì. Perché per la seconda volta, la colpa delle disgrazie di Niru (e non solo) è di Meredith, secondo me. Lei crea gli eventi scatenanti, poi come evolvono è un altro paio di maniche, ma da lei tutto comincia.
Il tema del "tacere" pervade tutto il libro in maniera molto chiara...
Ripeto, non è che non mi sia piaciuto, ma mi ha infastidito molto.
Una scelta che non mi è piaciuta, ha appesantito la lettura e l'ha resa confusionaria in alcuni punti, tanto che non riuscivo a capire chi avesse detto cosa.
Il tema trattato però è molto interessante, questo spaccato sociale con una sequela di elementi che affliggono ancora l'America, altri che affliggono NON SOLO l'America.
Non posso dire che il libro non mi sia piaciuto; o meglio, fino a un certo punto.
E' stato interessante seguire il punto di vista di Niru (questo testo è diviso in due soli pdv ben distinti), le problematiche di essere un ragazzo nero, delle sue origini nigeriane, di vivere in un paese in cui il colore della pelle fa ancora troppo la differenza in certe situazioni. E le cose che dice, le cose che vive e che subisce, fanno male anche a chi legge (penso che la scena più d'impatto per me resterà quella in cui viene fermato dalla polizia per un controllo. L'angoscia pura addosso).
Poi però... si passa al punto di vista di Meredith. E Meredith mi sta davvero sul gozzo. È una stupida ragazzetta, che si comporta da stupida e parla come una stupida (anche se pure Niru, certe volte, mi ha indispettito). Non la reggo. Non la reggevo già dal pdv di Niru, figuratevi quando il focus è passato a lei.
Quando ho letto l'evento drammatico, avrei voluto chiudere il libro e mollarlo lì. Perché per la seconda volta, la colpa delle disgrazie di Niru (e non solo) è di Meredith, secondo me. Lei crea gli eventi scatenanti, poi come evolvono è un altro paio di maniche, ma da lei tutto comincia.
Il tema del "tacere" pervade tutto il libro in maniera molto chiara...
Spoiler
... ed è quello a fare più danno anche dei proiettili. Però, mi sembra assurdo che nessuno - NESSUNO - si prenda la briga di dire al padre di Niru che la colpa delle situazioni è anche sua e dei suoi comportamenti. Meredith che si tira indietro ogni santa volta (o che viene tirata indietro da altri adulti ancora più scemi di lei - forse l'unico adulto che si salva, in questo libro, è la prof) e che un minimo di speranza nel fare la cosa giusta ce lo concede solo alla fine. Troppo poco.Ripeto, non è che non mi sia piaciuto, ma mi ha infastidito molto.
Miss S. by Cathleen Schine
2.0
In realtà il voto è un 2,5/5, ma non me la sono sentita di arrotondare a 3, perché secondo me non le vale.
Poteva essere una buona idea, ma ho trovato lo stile troppo confusionario.
L'head hopping perpetrato tra una decina di personaggi TUTTI INSIEME è stato un incubo. All'inizio ho faticato tanto a stare dietro la narrazione, per quanto sia solo un libro da 160 pagine circa, proprio perché la tecnica usata non faceva che confondere.
Altro punto dolente: i personaggi.
Sono tutti odiosi, non se ne salva uno (forse solo il poliziotto, ma pure lui...). Tutti con seri problemi relazionali, tutti dei falliti inside, tutti con la testa quasi tra le nuvole e che parlano per frasi che spesso e volentieri non hanno un senso compiuto o un fine discorsivo.
Poteva essere una buona idea, ma l'intrigo non aveva appigli per poter essere risolto dal lettore durante la lettura, sia a causa del famoso head-hopping che quindi non faceva che cambiare la prospettiva della narrazione, sia perché si è cercato volutamente di mandare fuori pista il lettore per poi risolvere il mistero in un modo in cui il lettore stesso non avrebbe capito - ma forse solo qualcosa vagamente intuita.
Ammetto che come lettore di generi gialli/polizieschi mi piace seguire l'indagine e i suoi indizi, per provare ad arrivare a una risposta (giusta o sbagliata che sia), ma così è venuta meno la parte che io considero più divertente.
Quindi, per me è un no.
Poteva essere una buona idea, ma ho trovato lo stile troppo confusionario.
L'head hopping perpetrato tra una decina di personaggi TUTTI INSIEME è stato un incubo. All'inizio ho faticato tanto a stare dietro la narrazione, per quanto sia solo un libro da 160 pagine circa, proprio perché la tecnica usata non faceva che confondere.
Altro punto dolente: i personaggi.
Sono tutti odiosi, non se ne salva uno (forse solo il poliziotto, ma pure lui...). Tutti con seri problemi relazionali, tutti dei falliti inside, tutti con la testa quasi tra le nuvole e che parlano per frasi che spesso e volentieri non hanno un senso compiuto o un fine discorsivo.
Poteva essere una buona idea, ma l'intrigo non aveva appigli per poter essere risolto dal lettore durante la lettura, sia a causa del famoso head-hopping che quindi non faceva che cambiare la prospettiva della narrazione, sia perché si è cercato volutamente di mandare fuori pista il lettore per poi risolvere il mistero in un modo in cui il lettore stesso non avrebbe capito - ma forse solo qualcosa vagamente intuita.
Ammetto che come lettore di generi gialli/polizieschi mi piace seguire l'indagine e i suoi indizi, per provare ad arrivare a una risposta (giusta o sbagliata che sia), ma così è venuta meno la parte che io considero più divertente.
Quindi, per me è un no.
L'isola dei segreti by Scarlett Thomas
3.0
...meh?
Potrei chiudere qui la mia recensione, credo possa esprimere a fondo la perplessità una volta arrivata alla fine.
In realtà, la scrittura della Thomas a me è piaciuta, difatti il mio voto è solo per quello, perché se avessi dovuto dare un voto esclusivamente per la trama, lo svolgimento e il finale sarebbe stata 1 stellina scarsa. Forse mezza.
Interessante l'idea di base: sei personaggi che finiscono non si sa come su di un'isola sperduta non si sa dove a fare non si sa che, né perché. Okay? Inizio intrigante: tutti rispondono a uno stesso annuncio di lavoro e poi si risvegliano lì dopo il colloquio. Figo.
Poi però... il nulla che non sia discorrere della vita di questi come se nemmeno fossero stati rapiti, ma siano tipo lì in vacanza e cianciano delle loro vite, si conoscono, giocano a obbligo o verità e nessuno che si fa prendere subito dal fuoco sacro del: "Porcoca**o, siamo stati rapiti, vediamo di capire come andarcene".
Fino al 70% la storia è interamente formata da chiacchiere. Chiacchiere anche piuttosto inutili ai fini della trama, ma che avrebbero funzionato se fossero stati solo uno studio sul "come far conoscere i personaggi e come caratterizzarli". Perché la caratterizzazione è davvero ben fatta, i personaggi hanno tutti una loro voce che si riconosce e, oggettivamente, non ce n'è uno sano di mente (ma dettagli). Un intero capitolo è dedicato ai VIDEOGAMES, con tanto di riassunto di non ricordo quale Final Fantasy che, okay, per me che sono amante dei videogames è anche molto figo, ma che oggettivamente... A CHE E' SERVITO?
Spoiler: a niente.
Arrivati al 70% finalmente ci si anima, qualcosa si muove, la storia inizia a prendere dinamismo e ti fa ben sperare fino a che intorno al 90% non inizi ad avere la certezza di quale sia la sonata e quindi resti con un "uh" nel leggere l'ultima frase. Con tanto di "Lo sapevo" che passa per la testa assieme al volo di una cornacchia in stile City Hunter (visto che sto libro è pieno di citazioni, ecco il mio contributo).
Sul serio, il voto è dettato solo dalla scrittura della Thomas, ma per il resto è piuttosto meh.
Potrei chiudere qui la mia recensione, credo possa esprimere a fondo la perplessità una volta arrivata alla fine.
In realtà, la scrittura della Thomas a me è piaciuta, difatti il mio voto è solo per quello, perché se avessi dovuto dare un voto esclusivamente per la trama, lo svolgimento e il finale sarebbe stata 1 stellina scarsa. Forse mezza.
Interessante l'idea di base: sei personaggi che finiscono non si sa come su di un'isola sperduta non si sa dove a fare non si sa che, né perché. Okay? Inizio intrigante: tutti rispondono a uno stesso annuncio di lavoro e poi si risvegliano lì dopo il colloquio. Figo.
Poi però... il nulla che non sia discorrere della vita di questi come se nemmeno fossero stati rapiti, ma siano tipo lì in vacanza e cianciano delle loro vite, si conoscono, giocano a obbligo o verità e nessuno che si fa prendere subito dal fuoco sacro del: "Porcoca**o, siamo stati rapiti, vediamo di capire come andarcene".
Fino al 70% la storia è interamente formata da chiacchiere. Chiacchiere anche piuttosto inutili ai fini della trama, ma che avrebbero funzionato se fossero stati solo uno studio sul "come far conoscere i personaggi e come caratterizzarli". Perché la caratterizzazione è davvero ben fatta, i personaggi hanno tutti una loro voce che si riconosce e, oggettivamente, non ce n'è uno sano di mente (ma dettagli). Un intero capitolo è dedicato ai VIDEOGAMES, con tanto di riassunto di non ricordo quale Final Fantasy che, okay, per me che sono amante dei videogames è anche molto figo, ma che oggettivamente... A CHE E' SERVITO?
Spoiler: a niente.
Arrivati al 70% finalmente ci si anima, qualcosa si muove, la storia inizia a prendere dinamismo e ti fa ben sperare fino a che intorno al 90% non inizi ad avere la certezza di quale sia la sonata e quindi resti con un "uh" nel leggere l'ultima frase. Con tanto di "Lo sapevo" che passa per la testa assieme al volo di una cornacchia in stile City Hunter (visto che sto libro è pieno di citazioni, ecco il mio contributo).
Sul serio, il voto è dettato solo dalla scrittura della Thomas, ma per il resto è piuttosto meh.
Le ossa di san Lorenzo by Vicente Alfonso
3.0
Questo libro è decisamente più di quello che sembra.
Un giallo complicato, fatto di salti avanti e indietro nel tempo, di tecniche di scrittura differenti e diversi punti di vista che cercano di trovare un incastro, capitolo dopo capitolo, ma che a volte ti costringono a tornare indietro, ricominciare da capo. Perché la storia dei gemelli Romulo e Remo è fatta di un milione di non detti, di fughe e interpretazioni. E follia, manipolazione mentale dei propri ricordi affinché diventino come noi vogliamo che siano e non come sono realmente.
I personaggi sono tanti, le loro storie si intrecciano di continuo e tirare i fili non è facile, tanto che a fine lettura continuo ad avere un sacco di dubbi su alcune cose.
Il libro è scritto veramente bene, è un enorme esercizio narrativo che, una volta chiuso, andrebbe immediatamente riaperto per essere riletto una seconda volta e anche una terza, per cercare di mettere in fila tutti i pezzi, provare a fare un collage dei capitoli per cercare di capire cosa è successo davvero.
Però io non sono una che rilegge, per me deve essere buona la prima (e poi, se è stata ben più che buona, allora torno a rileggere con piacere). Non è questo il caso e non riesco a dare un voto più alto, ma non è colpa del libro, stavolta. È un limite mio.
Questo è un romanzo adatto a lettori attenti e ostinati, che vogliono capire a tutti i costi. Di certo, per loro varrà 5/5.
Un giallo complicato, fatto di salti avanti e indietro nel tempo, di tecniche di scrittura differenti e diversi punti di vista che cercano di trovare un incastro, capitolo dopo capitolo, ma che a volte ti costringono a tornare indietro, ricominciare da capo. Perché la storia dei gemelli Romulo e Remo è fatta di un milione di non detti, di fughe e interpretazioni. E follia, manipolazione mentale dei propri ricordi affinché diventino come noi vogliamo che siano e non come sono realmente.
I personaggi sono tanti, le loro storie si intrecciano di continuo e tirare i fili non è facile, tanto che a fine lettura continuo ad avere un sacco di dubbi su alcune cose.
Il libro è scritto veramente bene, è un enorme esercizio narrativo che, una volta chiuso, andrebbe immediatamente riaperto per essere riletto una seconda volta e anche una terza, per cercare di mettere in fila tutti i pezzi, provare a fare un collage dei capitoli per cercare di capire cosa è successo davvero.
Però io non sono una che rilegge, per me deve essere buona la prima (e poi, se è stata ben più che buona, allora torno a rileggere con piacere). Non è questo il caso e non riesco a dare un voto più alto, ma non è colpa del libro, stavolta. È un limite mio.
Questo è un romanzo adatto a lettori attenti e ostinati, che vogliono capire a tutti i costi. Di certo, per loro varrà 5/5.
Tifone - La linea d'ombra - Cuore di Tenebra by Joseph Conrad
DNF
No.
Anche no.
Ieri sera mi dicevo: "Okay, se continua così, lo droppo al capitolo 3". Mi è bastato arrivare a metà del due per dire che "NO!".
Avevo grandi aspettative, parliamo di Conrad, un autore importante, ma credo che forse potrò dargli una possibilità solo con "Cuore di Tenebra" che almeno è in prima persona e lui non potrà SCAZZARE DI BESTIA COME HA FATTO CON LA TERZA!
Un capitolo e mezzo di sanguinamento d'occhi!
- Utilizzo di una terza persona confusionario al massimo, con salti di personaggio in personaggio senza darti modo di capire chi sta-facendo-cosa e con un continuo saltare dal "mostrato" al "raccontato" nella stessa identica frase che mi ha fatto venire il mal di testa.
- Dialoghi senza senso. Davvero, non avevano senso, non capivo che stavano dicendo. :|
- EDIZIONE DISASTROSA. DISASTROSA! Ma come vi viene di mandare in stampa testi che non sonos tati minimamente rivisti? Perché questo è chiaro, santo cielo! In un capitolo e mezzo refusi con la pala, errori grammaticali, PAROLE MANCANTI! O_O
NO.
NOOOOOOO. Proprio no. Non spreco il mio tempo a leggere questa roba.
No.
Anche no.
Ieri sera mi dicevo: "Okay, se continua così, lo droppo al capitolo 3". Mi è bastato arrivare a metà del due per dire che "NO!".
Avevo grandi aspettative, parliamo di Conrad, un autore importante, ma credo che forse potrò dargli una possibilità solo con "Cuore di Tenebra" che almeno è in prima persona e lui non potrà SCAZZARE DI BESTIA COME HA FATTO CON LA TERZA!
Un capitolo e mezzo di sanguinamento d'occhi!
- Utilizzo di una terza persona confusionario al massimo, con salti di personaggio in personaggio senza darti modo di capire chi sta-facendo-cosa e con un continuo saltare dal "mostrato" al "raccontato" nella stessa identica frase che mi ha fatto venire il mal di testa.
- Dialoghi senza senso. Davvero, non avevano senso, non capivo che stavano dicendo. :|
- EDIZIONE DISASTROSA. DISASTROSA! Ma come vi viene di mandare in stampa testi che non sonos tati minimamente rivisti? Perché questo è chiaro, santo cielo! In un capitolo e mezzo refusi con la pala, errori grammaticali, PAROLE MANCANTI! O_O
NO.
NOOOOOOO. Proprio no. Non spreco il mio tempo a leggere questa roba.
La furia del cielo by F.E. Feeley Jr.
2.0
Voto: 2
E mi sono mantenuta anche di manica larga.
Partiamo dal fatto che mancano proprio le basi che insegnano fin dalle scuole medie e cioè che "tornado" e "uragani" sono COSE DIVERSE.
E mi sono mantenuta anche di manica larga.
Partiamo dal fatto che mancano proprio le basi che insegnano fin dalle scuole medie e cioè che "tornado" e "uragani" sono COSE DIVERSE.
Love-Forty: Amare e vincere by Ilari C.
3.0
Questo romanzo mi mette un po' in difficoltà, perché se da un lato ci sono delle cose che mi sono piaciute molto e che, comunque, mi hanno intrattenuta, allo stesso modo ci sono cose che non mi sono piaciute e che mi hanno fatto un po' arrancare nel finale.
Partiamo da cosa mi è piaciuto:
- di sicuro la trama di base: mi piace un sacco l'idea dell'accademia, degli intrecci amorosi che si mischiano alla carriera e allo sport. Mi ha ricordato qualcosa dei manga spokon giapponesi che io AMO da morire. Così come il fatto che abbia scelto il tennis, uno sport decisamente meno inflazionato rispetto a un football, calcio o hockey che vanno moltissimo.
- ci sono alcuni momenti molto belli ed emozionanti, come la fuga dall'accademia di Alec e David, quel momento di intimità che esce fuori dal "sesso" per entrare nell'"amore".
- i sotterfugi tipici da spokon, con il compagno di squadra geloso (PedroPè).
- le condizioni sociali differenti.
- l'impostazione un po' in medias res, con i due personaggi che si conoscono già e che quindi saltano la fase introduttiva reciproca e di approccio. Se all'inizio l'avevo guardata un po' con sospetto perché la trovavo affrettata, andando avanti l'ho saputa rivalutare perché l'autrice è stata brava a snocciolarla.
- la scrittura: è scivolata via che era un piacere.
Cosa, invece, non mi è piaciuto (o mi ha lasciata perplessa) :
- Alec. All'inizio si prova una certa empatia nei suoi confronti, mentre lo vediamo struggersi d'amore per David che non si capisce che vuole fare della sua vita. Ma ben presto il suo egoismo nel pretendere che prima David faccia coming out e poi non comprendere quali possano essere le sue difficoltà familiari me lo hanno fatto salire così tanto in antipatia che sarei voluta entrare nel romanzo e prenderlo a sberle con la racchetta. E magari dirgli pure: "Hai rotto il ca**o". Il modo in cui si comporta con Matthew è inqualificabile (mentre la reazione di Matthew è pure utopia). Accusa David di aver tradito la sua fiducia, ma lui è un traditore seriale che levateve proprio. Ha la spina dorsale di un'ameba e la fermezza di una gelatina. (Prendi una decisione chiara! VAI DI SAMBUCA!!! XD)
- Ho trovato ridondanti determinati concetti che venivano detti e ridetti e pareva che nessuno dei due protagonisti li afferrasse mai. Cadevano nel vuoto.
- A volte mi è sembrato che tutto avvenisse troppo in fretta - sopratutto negli snodi principali - mentre si indugiava molto di più sul sesso.
In definitiva, personaggio preferito di sicuro David. Certo, sbaglia, ma a conti fatti commette un solo, vero errore: quello di allontanare malissimo Alec quando viene sorpreso dal padre. Per il resto, mi è sembrato fosse sempre onesto con Alec che, invece, è troppo drama queen.
Di questa autrice ho apprezzato molto dei racconti brevi, e ho altri due suoi titoli in wishlist che spero di poter recuperare, perché lo stile di scrittura mi piace molto e mi spiace non riuscire ad assegnare di più a questo romanzo, ma sul serio: non riesco a digerire Alex neppure col Maalox. T_T
Partiamo da cosa mi è piaciuto:
- di sicuro la trama di base: mi piace un sacco l'idea dell'accademia, degli intrecci amorosi che si mischiano alla carriera e allo sport. Mi ha ricordato qualcosa dei manga spokon giapponesi che io AMO da morire. Così come il fatto che abbia scelto il tennis, uno sport decisamente meno inflazionato rispetto a un football, calcio o hockey che vanno moltissimo.
- ci sono alcuni momenti molto belli ed emozionanti, come la fuga dall'accademia di Alec e David, quel momento di intimità che esce fuori dal "sesso" per entrare nell'"amore".
- i sotterfugi tipici da spokon, con il compagno di squadra geloso (PedroPè).
- le condizioni sociali differenti.
- l'impostazione un po' in medias res, con i due personaggi che si conoscono già e che quindi saltano la fase introduttiva reciproca e di approccio. Se all'inizio l'avevo guardata un po' con sospetto perché la trovavo affrettata, andando avanti l'ho saputa rivalutare perché l'autrice è stata brava a snocciolarla.
- la scrittura: è scivolata via che era un piacere.
Cosa, invece, non mi è piaciuto (o mi ha lasciata perplessa) :
- Alec. All'inizio si prova una certa empatia nei suoi confronti, mentre lo vediamo struggersi d'amore per David che non si capisce che vuole fare della sua vita. Ma ben presto il suo egoismo nel pretendere che prima David faccia coming out e poi non comprendere quali possano essere le sue difficoltà familiari me lo hanno fatto salire così tanto in antipatia che sarei voluta entrare nel romanzo e prenderlo a sberle con la racchetta. E magari dirgli pure: "Hai rotto il ca**o". Il modo in cui si comporta con Matthew è inqualificabile (mentre la reazione di Matthew è pure utopia). Accusa David di aver tradito la sua fiducia, ma lui è un traditore seriale che levateve proprio. Ha la spina dorsale di un'ameba e la fermezza di una gelatina. (Prendi una decisione chiara! VAI DI SAMBUCA!!! XD)
- Ho trovato ridondanti determinati concetti che venivano detti e ridetti e pareva che nessuno dei due protagonisti li afferrasse mai. Cadevano nel vuoto.
- A volte mi è sembrato che tutto avvenisse troppo in fretta - sopratutto negli snodi principali - mentre si indugiava molto di più sul sesso.
In definitiva, personaggio preferito di sicuro David. Certo, sbaglia, ma a conti fatti commette un solo, vero errore: quello di allontanare malissimo Alec quando viene sorpreso dal padre. Per il resto, mi è sembrato fosse sempre onesto con Alec che, invece, è troppo drama queen.
Di questa autrice ho apprezzato molto dei racconti brevi, e ho altri due suoi titoli in wishlist che spero di poter recuperare, perché lo stile di scrittura mi piace molto e mi spiace non riuscire ad assegnare di più a questo romanzo, ma sul serio: non riesco a digerire Alex neppure col Maalox. T_T
A Darker Shade of Magic by V.E. Schwab
4.0
Ammetto di essere partita un po' prevenuta nei confronti di questo testo, perché non avevo avuto dei raffronti positivi sulla scrittura della Schwab... E invece mi sono dovuta ricredere perché ho trovato l'idea molto interessante e originale, una scrittura lineare e godibile e personaggi intriganti (chi più e chi meno).
È stato un piacere seguire le vicende di Kell, e spero di poter continuare al più presto con i volumi successivi, ma allora perché non dare voto pieno?
1) secondo me in questo volume ci voleva un pochino di coraggio in più e dire apertamente che Kell è innamorato di Rhy, o comunque prova per lui dei sentimenti che superano l'affetto fraterno (perché marcare in corsivo "suo" quando pensa "Il suo Rhy", insomma, non lo equivochi così tanto, eh). E magari ammettere una certa bisessualità di Kell (quando viene detto senza mezzi termini che Rhy lo è).☹️
2) ho trovato il finale un po' affrettato. I Dane sono morti e non si approfondisce nemmeno un po' il comportamento dei re di Londra Rossa verso Kell (aw, cuoricino quando lui finalmente dice "i nostri genitori"), che mi sembra per la prima volta finiscano per rivolgersi a Kell non più come a un figlio (a dispetto di quanto abbiano sempre detto e fatto), ma più come un vero traditore, un estraneo, ecc.
È stato un piacere seguire le vicende di Kell, e spero di poter continuare al più presto con i volumi successivi, ma allora perché non dare voto pieno?
1) secondo me in questo volume ci voleva un pochino di coraggio in più e dire apertamente che Kell è innamorato di Rhy, o comunque prova per lui dei sentimenti che superano l'affetto fraterno (perché marcare in corsivo "suo" quando pensa "Il suo Rhy", insomma, non lo equivochi così tanto, eh). E magari ammettere una certa bisessualità di Kell (quando viene detto senza mezzi termini che Rhy lo è).☹️
2) ho trovato il finale un po' affrettato. I Dane sono morti e non si approfondisce nemmeno un po' il comportamento dei re di Londra Rossa verso Kell (aw, cuoricino quando lui finalmente dice "i nostri genitori"), che mi sembra per la prima volta finiscano per rivolgersi a Kell non più come a un figlio (a dispetto di quanto abbiano sempre detto e fatto), ma più come un vero traditore, un estraneo, ecc.