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melanto_mori's reviews
122 reviews
Scolpito nelle ossa by Michael Nava
5.0
Voto: 5/5
Se il primo volume non mi aveva coinvolto del tutto, per quanto avessi trovato davvero una bella scrittura in Nava, il secondo mi ha letteralmente conquistata.
La storia è amarissima e ci porta nel cuore degli anni in cui l'AIDS era arrivato e si era diffuso ma ancora non si sapeva bene come funzionasse né come si potesse fermarlo.
Buona parte della comunità gay fingeva che non esistesse, le persone eterosessuali lo usavano per stigmatizzare ancora di più la comunità gay.
La trama è articolata su due linee temporali: il presente di Henry Rios - un uomo che è andato a picco, ma cerca di risalire la china, tra la dipendenza dell'alcool e il terrore dell'AIDS - che cerca di indagare sulla morte di Bill Ryan. E il passato... quello di Bill Ryan.
Ho trovato questa scelta narrativa non solo azzeccatissima, ma resa alla perfezione, mentre ricostruisce un tassello alla volta, nel presente e nel passato, tutta la storia. E più vai avanti, più il boccone da digerire diventa amaro e pesante.
Il background storico si insinua in tutto in maniera perfetta, ti lascia addosso il piombo e a volte ti fa incazzare, perché ti rendi conto che la comunità gay in passato si è stereotipata da sola, stigmatizzando quelle persone che volevano ancora credere in una relazione monogama e duratura adducendo che in pratica gli omosessuali possono essere solo uccelli di bosco, perché è questo che gli altri dicono di loro e allora è questo che devono essere (e per quanto abbia adorato Waldo l'ho odiato per questo, e per aver fatto danno sul finale ancora di più!). Basta anche leggere il discorso di Mike a Henry: terribile e inaccettabile.
Il personaggio di Bill aveva solo bisogno di qualcuno che si prendesse davvero cura di lui e gli dimostrasse vero affetto e Nick è arrivato quando ormai era troppo tardi.
Mentre Henry... a Henry si può solo volere bene ç_ç <3
Gran bel romanzo, straconsigliato.
Se il primo volume non mi aveva coinvolto del tutto, per quanto avessi trovato davvero una bella scrittura in Nava, il secondo mi ha letteralmente conquistata.
La storia è amarissima e ci porta nel cuore degli anni in cui l'AIDS era arrivato e si era diffuso ma ancora non si sapeva bene come funzionasse né come si potesse fermarlo.
Buona parte della comunità gay fingeva che non esistesse, le persone eterosessuali lo usavano per stigmatizzare ancora di più la comunità gay.
La trama è articolata su due linee temporali: il presente di Henry Rios - un uomo che è andato a picco, ma cerca di risalire la china, tra la dipendenza dell'alcool e il terrore dell'AIDS - che cerca di indagare sulla morte di Bill Ryan. E il passato... quello di Bill Ryan.
Ho trovato questa scelta narrativa non solo azzeccatissima, ma resa alla perfezione, mentre ricostruisce un tassello alla volta, nel presente e nel passato, tutta la storia. E più vai avanti, più il boccone da digerire diventa amaro e pesante.
Il background storico si insinua in tutto in maniera perfetta, ti lascia addosso il piombo e a volte ti fa incazzare, perché ti rendi conto che la comunità gay in passato si è stereotipata da sola, stigmatizzando quelle persone che volevano ancora credere in una relazione monogama e duratura adducendo che in pratica gli omosessuali possono essere solo uccelli di bosco, perché è questo che gli altri dicono di loro e allora è questo che devono essere (e per quanto abbia adorato Waldo l'ho odiato per questo, e per aver fatto danno sul finale ancora di più!). Basta anche leggere il discorso di Mike a Henry: terribile e inaccettabile.
Il personaggio di Bill aveva solo bisogno di qualcuno che si prendesse davvero cura di lui e gli dimostrasse vero affetto e Nick è arrivato quando ormai era troppo tardi.
Mentre Henry... a Henry si può solo volere bene ç_ç <3
Gran bel romanzo, straconsigliato.
Inni alle stelle by Giopota
5.0
Voto: 4,5/5
Adorabile.
Ne ho amato i disegni, i colori. Questo l'ho letto anche nelle altre recensioni, però è vero: lo stile mi ha ricordato le opere di Miyazaki e le tavole mi sembrava quasi che si muovessero, che scivolassero davanti agli occhi come fossero un lungometraggio (che secondo me sarebbe BELLISSIMO se venisse realizzato!).
Personaggi adorabili, bella storia.
Un inno al perseguire i propri sogni e non lasciarsi fermare da sé stessi e dalla scarsa fiducia che gli altri ci caricano addosso e noi carichiamo a noi stessi.
Sognare, provare, essere giusti, imparare. E tornare a casa con un bagaglio maggiore di esperienze che sappiano indirizzarci su quello che è davvero il nostro cammino, anche se rischiamo di deludere qualcuno: l'importante è non deludere noi stessi.
Penso ci sia un po' di Inni in ognuno di noi.
Adorabile.
Ne ho amato i disegni, i colori. Questo l'ho letto anche nelle altre recensioni, però è vero: lo stile mi ha ricordato le opere di Miyazaki e le tavole mi sembrava quasi che si muovessero, che scivolassero davanti agli occhi come fossero un lungometraggio (che secondo me sarebbe BELLISSIMO se venisse realizzato!).
Personaggi adorabili, bella storia.
Un inno al perseguire i propri sogni e non lasciarsi fermare da sé stessi e dalla scarsa fiducia che gli altri ci caricano addosso e noi carichiamo a noi stessi.
Sognare, provare, essere giusti, imparare. E tornare a casa con un bagaglio maggiore di esperienze che sappiano indirizzarci su quello che è davvero il nostro cammino, anche se rischiamo di deludere qualcuno: l'importante è non deludere noi stessi.
Penso ci sia un po' di Inni in ognuno di noi.
Heartstopper: Volume Three by Alice Oseman
5.0
T_T io non posso frignare a ogni volumetto, però. *cuoricioni*
Wolfsong: Il canto del lupo by TJ Klune
5.0
Voto: 5+/5
Quando ho scelto di inserire la serie Green Creek nella sfida di quest'anno l'ho vista come un azzardo: temevo che lo stile di Klune non mi sarebbe piaciuto, perché avevo letto spesso altri estratti di altre sue opere e mi avevano lasciata del tutto indifferente.
Invece ho iniziato a conoscere Oxnard e alla fine del primo capitolo già gli volevo bene e l'ho amato fino alla fine (anche se a volte è gnucco XD).
Lo stile di Klune mi è piaciuto moltissimo, la storia si è prennunciata avvincente fin da subito, mentre muoviamo i passi del giovanissimo Ox e di come viene mollato male dal padre. Osserviamo la sua crescita, la sua ingenuità, le sue prese di coscienza e il suo dolore: ramificato, stratificato, con radici profonde ma che non lo incattiviscono mai... tranne forse quando qualcuno inizia a toccargli ciò che è "suo". Il suo territorio, la sua famiglia, il suo branco.
Chi non vorrebbe far parte del Branco Bennett?
Dai, sul serio.
Chi non vorrebbe quel tipo di legame nella propria esistenza? Quella forza, quella comunione. In cui non è necessario a volte parlare affinché tutti capiscano se stai bene o male. Quelle tradizioni sempre uguali che danno sicurezza, quel sapere sempre che vali per gli altri. Vali tantissimo. E non ti lascerebbero mai indietro.
Ho amato l'intera vicenda, così come ho amato la crescita del personaggio e il modo in cui Klune ha trattato l'argomento dei legami, le loro ripercussioni, la loro importanza. In questa serie più che mai.
Ho amato i personaggi. Tutti. Pure gli stronzi, perché sono stati resi bene nella loro stronzaggine: non ho mai provato compatimento per Collins, ma ho sempre desiderato di potergli staccare la testa in prima persona.
Ho una cotta mostruosa per Gordo e per tutti i ragazzi del garage. *-* I miei piccoli mini-Toretto! XDDD
Ho dovuto sforzarmi di non sbottare a ridere in piena notte, perché avevo mia sorella che dormiva accanto a me, ma ci sono state delle occasioni in cui avrei finito con lo sputare un polmone, come minimo. XDDDD
CI SONO UN SACCO DI PG LATINI!!!! Dio, come amo questa cosa! *-*
Ma ci sono state anche un paio di cosette che non ho apprezzato (non che abbiano inficiato sul gradimento generale del libro, ma mi sembra giusto dirlo. Diciamo che ci son passata sopra perché ho amato tutto il resto, ecco. Se il romanzo mi avesse convinto di meno, queste cose avrebbero pesato molto di più sul voto finale):
- A un certo punto ho avuto l'impressione che i dialoghi fossero in stallo solo per cercare di evitare che si avessero risoluzioni prima di determinati eventi. Ho avuto l'impressione che si ripetessero le stesse cose, i concetti dopo poche righe. Tanto che ho pensato: "sì, okay, ma questo glielo hai detto due minuti fa... e quindi? Vai avanti!" XD È una cosa di cui mi sono accorta più verso l'ultimo terzo del romanzo.
- La prima scena spicy tra Joe e Ox. Quella che a un certo punto mi sono trovata ad aspettare come la Santa Manna. XDDD Ecco, quella non mi è piaciuta. Delusion. XD Perché pareva scritta da una mano DIVERSA. Inutilmente lunga, eccessivamente didascalica. Pareva più un trattato di anatomia che una scena di sesso XD Non mi ha dato niente, trasmissione zero. E, capirete, dopo un libro intero a stare con l'ansia alla gola, a ridere a notte fonda, a incazzarmi, a svegliarmi la mattina che "oh, cazzo, mi sono sognata i lupi!"... ci resti un po' male. XD
Ma a parte queste due cose, il resto è scorso liscio come l'olio e ho divorato ogni singola pagina.
Perché questo libro ha tutto quello che io voglio leggere in un romanzo: bei personaggi, rapporti famigliari, amore, morte, angst. È stato come aver fatto poker al primo colpo, e aspetto ancora di potermi addentrare in Ravensong, perché non voglio finirli subito... ANCHE SE LA TENTAZIONE E' FORTE! XDDDD Al momento, cerco di assorbire bene questo e pensare a quali saranno le prossime vicende e come cambierà la situazione a Green Creek e nel branco. Ci sono ancora così tante cose da conoscere... staremo a vedere.
Consigliatissimo.
Quando ho scelto di inserire la serie Green Creek nella sfida di quest'anno l'ho vista come un azzardo: temevo che lo stile di Klune non mi sarebbe piaciuto, perché avevo letto spesso altri estratti di altre sue opere e mi avevano lasciata del tutto indifferente.
Invece ho iniziato a conoscere Oxnard e alla fine del primo capitolo già gli volevo bene e l'ho amato fino alla fine (anche se a volte è gnucco XD).
Lo stile di Klune mi è piaciuto moltissimo, la storia si è prennunciata avvincente fin da subito, mentre muoviamo i passi del giovanissimo Ox e di come viene mollato male dal padre. Osserviamo la sua crescita, la sua ingenuità, le sue prese di coscienza e il suo dolore: ramificato, stratificato, con radici profonde ma che non lo incattiviscono mai... tranne forse quando qualcuno inizia a toccargli ciò che è "suo". Il suo territorio, la sua famiglia, il suo branco.
Chi non vorrebbe far parte del Branco Bennett?
Dai, sul serio.
Chi non vorrebbe quel tipo di legame nella propria esistenza? Quella forza, quella comunione. In cui non è necessario a volte parlare affinché tutti capiscano se stai bene o male. Quelle tradizioni sempre uguali che danno sicurezza, quel sapere sempre che vali per gli altri. Vali tantissimo. E non ti lascerebbero mai indietro.
Ho amato l'intera vicenda, così come ho amato la crescita del personaggio e il modo in cui Klune ha trattato l'argomento dei legami, le loro ripercussioni, la loro importanza. In questa serie più che mai.
Ho amato i personaggi. Tutti. Pure gli stronzi, perché sono stati resi bene nella loro stronzaggine: non ho mai provato compatimento per Collins, ma ho sempre desiderato di potergli staccare la testa in prima persona.
Ho una cotta mostruosa per Gordo e per tutti i ragazzi del garage. *-* I miei piccoli mini-Toretto! XDDD
Ho dovuto sforzarmi di non sbottare a ridere in piena notte, perché avevo mia sorella che dormiva accanto a me, ma ci sono state delle occasioni in cui avrei finito con lo sputare un polmone, come minimo. XDDDD
CI SONO UN SACCO DI PG LATINI!!!! Dio, come amo questa cosa! *-*
Ma ci sono state anche un paio di cosette che non ho apprezzato (non che abbiano inficiato sul gradimento generale del libro, ma mi sembra giusto dirlo. Diciamo che ci son passata sopra perché ho amato tutto il resto, ecco. Se il romanzo mi avesse convinto di meno, queste cose avrebbero pesato molto di più sul voto finale):
- A un certo punto ho avuto l'impressione che i dialoghi fossero in stallo solo per cercare di evitare che si avessero risoluzioni prima di determinati eventi. Ho avuto l'impressione che si ripetessero le stesse cose, i concetti dopo poche righe. Tanto che ho pensato: "sì, okay, ma questo glielo hai detto due minuti fa... e quindi? Vai avanti!" XD È una cosa di cui mi sono accorta più verso l'ultimo terzo del romanzo.
- La prima scena spicy tra Joe e Ox. Quella che a un certo punto mi sono trovata ad aspettare come la Santa Manna. XDDD Ecco, quella non mi è piaciuta. Delusion. XD Perché pareva scritta da una mano DIVERSA. Inutilmente lunga, eccessivamente didascalica. Pareva più un trattato di anatomia che una scena di sesso XD Non mi ha dato niente, trasmissione zero. E, capirete, dopo un libro intero a stare con l'ansia alla gola, a ridere a notte fonda, a incazzarmi, a svegliarmi la mattina che "oh, cazzo, mi sono sognata i lupi!"... ci resti un po' male. XD
Ma a parte queste due cose, il resto è scorso liscio come l'olio e ho divorato ogni singola pagina.
Perché questo libro ha tutto quello che io voglio leggere in un romanzo: bei personaggi, rapporti famigliari, amore, morte, angst. È stato come aver fatto poker al primo colpo, e aspetto ancora di potermi addentrare in Ravensong, perché non voglio finirli subito... ANCHE SE LA TENTAZIONE E' FORTE! XDDDD Al momento, cerco di assorbire bene questo e pensare a quali saranno le prossime vicende e come cambierà la situazione a Green Creek e nel branco. Ci sono ancora così tante cose da conoscere... staremo a vedere.
Consigliatissimo.
Ravensong: Il canto del corvo by TJ Klune
5.0
Voto: 5++/5
Penso che basterebbero i "+" accanto a quel "5" come recensione, ma mi prendo qualche riga in più per dirvi perché "Ravensong" merita la doppia corona.
A parte l'ottima scrittura di Klune, c'è tantissima sostanza in questo volume e in questa storia.
Il personaggio di Gordo è meraviglioso e il suo senso di abbandono così palpabile e doloroso che passa dalla parola scritta al lettore in maniera lenta e inesorabile, come se venisse assorbito dagli occhi impegnati a leggere ogni riga di testo.
Come trovarsi dall'avere tutto, a partire da convinzioni ferree del "Io faccio parte del branco" a non avere più niente, essere messo da parte, lasciato indietro e pensare (convincersi) che invece lui non ne abbia mai fatto parte abbastanza di questo branco.
E la storia con Mark che si deteriora poco alla volta, fino a spezzarsi malissimo. Perché quando i legami si rompo fanno male e sia Mark che Gordo soffrono come "lupi" (XD) in questa storia.
Una sofferenza analizzata alla grande, tra l'altro, e su cui ogni anno passato pesa più del precedente.
L'intreccio è fitto e così denso che per quanto ami questa serie, ho bisogno di prendere una pausa da un volume all'altro, perché mi ci risucchia proprio dentro. Dopo ho bisogno di respirare.
Ma ho amato tutto. Ho amato ogni sviluppo, ogni personaggio.
Si ama il Branco, prima di tutto.
E si odiano gli infami in maniera così forte, che vorresti entrare nel libro e staccare loro la testa a morsi, proprio come se fossi un lupo.
Rispetto al primo volume, qui non ho trovato nulla che non mi piacesse o mi convincesse meno: la scena "hot" mi è piaciuta (considerando che quella del primo libro l'ho trovata bruttissima), e non ho trovato momenti "allungati" in cui i dialoghi non si sapesse dove dovevano andare a parare.
#TEAMUMANI SEMPRE E PER SEMPRE, VI PREGO, REGALATEMELI TUTTI!!! *W*
Chris, Tanner, Rico, Jessie. AMORI. Degli scemi integrali che mi hanno ucciso più volte nei momenti sempre di maggiore tensione XDDD (lol, ci aggiungiamo anche Bambi?!?!? VI PREGO! XDDD)
Mark e Gordo sono, al momento, la mia coppia preferita della serie. E Gordo è il mio personaggio preferito in assoluto. *W*
Ma vogliamo parlare dei personaggi femminili?
Sono BELLI. TUTTI. Da quelli stronzi a quelli buoni e io penso di avere una cotta per Jessie. <3 Trovo che questo non sia da sottovalutare. E non ci sono damigelle in pericolo: qui tutti i pg femminili hanno ovaie grosse così e sono pronte a farti il culo senza pensarci troppo. ADORO.
Parlo anche degli antagonisti.
E gli antagonisti li odierete. OH, SE LI ODIERETE. TANTO.
Inoltre, ho amato che ci fosse molta, moltissima azione. Nessun aspetto è stato tralasciato per concentrarsi troppo sulla parte romance della storia e trovo che questo faccia funzionare il libro alla grande, molto meglio di tanti altri che sono sbilanciati.
Ammetto di aver sgamato che un certo lupone fosse il fratellastro di Gordo praticamente da quando è comparso, ma deve essere colpa del fatto che su queste cose sono molto rodata (XD sono scelte che, da autore, avrei fatto pure io. LOOOOL). E comunque muoio dalla voglia di vedere come se la caveranno lui e Carter. AIUTO XD Prevedo fuoco e fiamme. Muoio già in anticipo.
Ma siamo rimasti con un finale per il quale ho tirato giù qualche bestemmione e minaccia tra i denti.
Il che fa presagire che il prossimo volume sarà altrettanto tosto. Io ho affilato il machete. Non è d'argento, ma tanto Robert Livingstone non è un lupo. E io lo voglio MORTO.
Però la cosa che più di tutte io mi domando è...
... PER QUALE DIAVOLO DI MOTIVO NON ESISTE GIA' UNA SERIE TV ISPIRATA A GREEN CREEK?!?!?! PERCHE' ABBIAMO AVUTO "TEEN WOLF" E NON POSSIAMO AVERE QUESTO CHE E' GIA' BELLO E SCRITTO E DELINEATO ALLA GRANDE, E UNO SCENEGGIATORE COME SI DEVE NON DOVREBBE FARE ALTRO CHE CREARE QUATTRO STAGIONI - UNA PER LIBRO - E IL GIOCO E' FATTO?!?!?! PERCHE'?!?!?!?
NETFLIX, LO CHIEDO A TE.
O ANCHE HBO.
O QUALUNQUE CHE ABBIA SOLDI E CAPACITA'.
RAGAZZ*, QUESTA SERIE E' ORO!
Penso che basterebbero i "+" accanto a quel "5" come recensione, ma mi prendo qualche riga in più per dirvi perché "Ravensong" merita la doppia corona.
A parte l'ottima scrittura di Klune, c'è tantissima sostanza in questo volume e in questa storia.
Il personaggio di Gordo è meraviglioso e il suo senso di abbandono così palpabile e doloroso che passa dalla parola scritta al lettore in maniera lenta e inesorabile, come se venisse assorbito dagli occhi impegnati a leggere ogni riga di testo.
Come trovarsi dall'avere tutto, a partire da convinzioni ferree del "Io faccio parte del branco" a non avere più niente, essere messo da parte, lasciato indietro e pensare (convincersi) che invece lui non ne abbia mai fatto parte abbastanza di questo branco.
E la storia con Mark che si deteriora poco alla volta, fino a spezzarsi malissimo. Perché quando i legami si rompo fanno male e sia Mark che Gordo soffrono come "lupi" (XD) in questa storia.
Una sofferenza analizzata alla grande, tra l'altro, e su cui ogni anno passato pesa più del precedente.
L'intreccio è fitto e così denso che per quanto ami questa serie, ho bisogno di prendere una pausa da un volume all'altro, perché mi ci risucchia proprio dentro. Dopo ho bisogno di respirare.
Ma ho amato tutto. Ho amato ogni sviluppo, ogni personaggio.
Si ama il Branco, prima di tutto.
E si odiano gli infami in maniera così forte, che vorresti entrare nel libro e staccare loro la testa a morsi, proprio come se fossi un lupo.
Rispetto al primo volume, qui non ho trovato nulla che non mi piacesse o mi convincesse meno: la scena "hot" mi è piaciuta (considerando che quella del primo libro l'ho trovata bruttissima), e non ho trovato momenti "allungati" in cui i dialoghi non si sapesse dove dovevano andare a parare.
#TEAMUMANI SEMPRE E PER SEMPRE, VI PREGO, REGALATEMELI TUTTI!!! *W*
Chris, Tanner, Rico, Jessie. AMORI. Degli scemi integrali che mi hanno ucciso più volte nei momenti sempre di maggiore tensione XDDD (lol, ci aggiungiamo anche Bambi?!?!? VI PREGO! XDDD)
Mark e Gordo sono, al momento, la mia coppia preferita della serie. E Gordo è il mio personaggio preferito in assoluto. *W*
Ma vogliamo parlare dei personaggi femminili?
Sono BELLI. TUTTI. Da quelli stronzi a quelli buoni e io penso di avere una cotta per Jessie. <3 Trovo che questo non sia da sottovalutare. E non ci sono damigelle in pericolo: qui tutti i pg femminili hanno ovaie grosse così e sono pronte a farti il culo senza pensarci troppo. ADORO.
Parlo anche degli antagonisti.
E gli antagonisti li odierete. OH, SE LI ODIERETE. TANTO.
Inoltre, ho amato che ci fosse molta, moltissima azione. Nessun aspetto è stato tralasciato per concentrarsi troppo sulla parte romance della storia e trovo che questo faccia funzionare il libro alla grande, molto meglio di tanti altri che sono sbilanciati.
Ammetto di aver sgamato che un certo lupone fosse il fratellastro di Gordo praticamente da quando è comparso, ma deve essere colpa del fatto che su queste cose sono molto rodata (XD sono scelte che, da autore, avrei fatto pure io. LOOOOL). E comunque muoio dalla voglia di vedere come se la caveranno lui e Carter. AIUTO XD Prevedo fuoco e fiamme. Muoio già in anticipo.
Ma siamo rimasti con un finale per il quale ho tirato giù qualche bestemmione e minaccia tra i denti.
Il che fa presagire che il prossimo volume sarà altrettanto tosto. Io ho affilato il machete. Non è d'argento, ma tanto Robert Livingstone non è un lupo. E io lo voglio MORTO.
Però la cosa che più di tutte io mi domando è...
... PER QUALE DIAVOLO DI MOTIVO NON ESISTE GIA' UNA SERIE TV ISPIRATA A GREEN CREEK?!?!?! PERCHE' ABBIAMO AVUTO "TEEN WOLF" E NON POSSIAMO AVERE QUESTO CHE E' GIA' BELLO E SCRITTO E DELINEATO ALLA GRANDE, E UNO SCENEGGIATORE COME SI DEVE NON DOVREBBE FARE ALTRO CHE CREARE QUATTRO STAGIONI - UNA PER LIBRO - E IL GIOCO E' FATTO?!?!?! PERCHE'?!?!?!?
NETFLIX, LO CHIEDO A TE.
O ANCHE HBO.
O QUALUNQUE CHE ABBIA SOLDI E CAPACITA'.
RAGAZZ*, QUESTA SERIE E' ORO!
Qualcuno ha ucciso il mio editor by Josh Lanyon
5.0
Voto: 5/5
Sì, forse il caso è semplice.
Sì, forse ci sono dei cliché abbastanza classici.
Ma che dirvi?
L'ho ADORATO.
Ho adorato l'ironia di Holmes, l'acidità (giustificata) di Moriarity, la tossicità con cui è stato descritto l'ambiente dell'editoria e degli scrittori. XD
Mi sono divertita moltissimo e l'ho praticamente bevuto in un paio di giorni.
Non prende la coroncina del "+" vicino al 5 solo per un paio di cosette:
1) ma che vi ha fatto di male il Self?! XD Tutta st'acidità verso i selfer non la capisco proprio.
2) prima di dare alla bisessualità il nome suo c'è voluto quasi mezzo libro. Non è l'orientamento degli unicorni, eh. Esiste. XD
Per il resto, questo genere di libri, con queste dinamiche da giallo/crime sono davvero la mia confort zone. Mi fanno sentire "a casa" e mi rilassano. Se poi c'è una storia lgbt di fondo, anche meglio!
E dire che ero molto titubante, all'inizio, quando ho comprato l'intera serie in un colpo solo.
Della Lanyon avevo letto solo una cosa, tradotta da un freelance e pubblicata poi in self (XD e insomma, che facciamo? Si critica ciò che si usa? XDDD) che, a questo punto, penso fosse stata tradotta malissimo perché la qualità tra i due volumi è abissale. Difatti temevo che anche questa serie potesse essere "meh" e invece...
Holmes è uno di noi. Penso che tutti gli scrittori passino un po' delle fasi simili: vedersi a rotolare dalla cima, vedersi superare, mettere da parte, dimenticare. E provare invidia verso gli altri, chiedersi perché non si funziona più e perché c'è questa necessità di sottostare alle regole del mercato, anche se sono assurde.
Si scrive ciò che vende di più.
Ma non si dovrebbe scrivere anche ciò che piace a noi stessi?
Holmes affronta tutto con un'ironia che mi ha fatto sbellicare in più di un'occasione; credo sia soprattutto questo suo modo che rende la serie godibilissima e che si legge in un niente.
E la Lanyon è stata davvero brava a usare la prima persona.
Quindi, sì, primo volume della serie davvero consigliato! :D
Sì, forse il caso è semplice.
Sì, forse ci sono dei cliché abbastanza classici.
Ma che dirvi?
L'ho ADORATO.
Ho adorato l'ironia di Holmes, l'acidità (giustificata) di Moriarity, la tossicità con cui è stato descritto l'ambiente dell'editoria e degli scrittori. XD
Mi sono divertita moltissimo e l'ho praticamente bevuto in un paio di giorni.
Non prende la coroncina del "+" vicino al 5 solo per un paio di cosette:
1) ma che vi ha fatto di male il Self?! XD Tutta st'acidità verso i selfer non la capisco proprio.
2) prima di dare alla bisessualità il nome suo c'è voluto quasi mezzo libro. Non è l'orientamento degli unicorni, eh. Esiste. XD
Per il resto, questo genere di libri, con queste dinamiche da giallo/crime sono davvero la mia confort zone. Mi fanno sentire "a casa" e mi rilassano. Se poi c'è una storia lgbt di fondo, anche meglio!
E dire che ero molto titubante, all'inizio, quando ho comprato l'intera serie in un colpo solo.
Della Lanyon avevo letto solo una cosa, tradotta da un freelance e pubblicata poi in self (XD e insomma, che facciamo? Si critica ciò che si usa? XDDD) che, a questo punto, penso fosse stata tradotta malissimo perché la qualità tra i due volumi è abissale. Difatti temevo che anche questa serie potesse essere "meh" e invece...
Holmes è uno di noi. Penso che tutti gli scrittori passino un po' delle fasi simili: vedersi a rotolare dalla cima, vedersi superare, mettere da parte, dimenticare. E provare invidia verso gli altri, chiedersi perché non si funziona più e perché c'è questa necessità di sottostare alle regole del mercato, anche se sono assurde.
Si scrive ciò che vende di più.
Ma non si dovrebbe scrivere anche ciò che piace a noi stessi?
Holmes affronta tutto con un'ironia che mi ha fatto sbellicare in più di un'occasione; credo sia soprattutto questo suo modo che rende la serie godibilissima e che si legge in un niente.
E la Lanyon è stata davvero brava a usare la prima persona.
Quindi, sì, primo volume della serie davvero consigliato! :D
Nemici dello Stato by Tal Bauer
2.0
VOTO: 2,5/5⭐
Allora, da dove partire?
DALL'ENORME DELUSIONE?
Nah. Partiamo prima dalle cose buone, perché, a dispetto del voto, ne ha. Peccato siano concentrate tutte nella parte finale (e non sono state sufficienti a bilanciare il resto e riuscir a far lievitare il voto almeno a 3).
Quindi:
- Ho apprezzato di sicuro l'aspetto fantapolitico. Bauer è stato bravo, lo ha reso intrigante, ma il vero crescendo (quando finalmente si scorda la parte romance) lo si ha dal 60% in poi. Un po' troppo tardi, secondo me, e che infatti non è riuscito a salvare del tutto il voto.
- Belle le scene d'azione! OH! Così soddisfacenti! Botte, action, esplosioni. Anni '90 vibes! Ci sguazzo in queste cose ed è stato proprio per questo che avevo puntato da tempo questa serie, complici anche le miriadi di recensioni positive che avevo letto.
- Alcuni personaggi non mi sono dispiaciuti. Welby, per esempio. Mi ha fatto ridere, l'ho trovato divertente e spero di poterlo ritrovare anche nei volumi successivi. Ammetto che in generale ho preferito di più i personaggi secondari (come anche gli amici di Ethan) piuttosto che i protagonisti.
- Ho apprezzato le scene hot di Bauer! Non sono eccessive, non sono lunghissime e non hanno l'eccessiva ricorrenza degli stessi termini spicy.
Ammetto che mi interessa il focus romance su Adam e il Principe. Più che altro perché adoro l'interracial e lo scontro tra culture diverse. Quindi, mi aspetto - spero! - che abbiano anche loro uno spazio MA CHE NON SIANO COME ETHAN E JACK, O LANCIO VIA IL KOBO!
E ora, passiamo alle note dolenti. *fa partire Piccoli problemi di Cuore in sottofondo*
Ethan e Jack hanno quarant'anni ciascuno (Jack anche di più) ma si comportano e vengono descritti come due RAGAZZINI DI QUINDICI ANNI. No, non s'affronta questa cosa.
Non si affronta se uno è il PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI e l'altro IL CAPO DELLE SUE GUARDIE DEL CORPO.
Gente che dovrebbe avere uno spirito pragmatico, temprato, adulto, maturo.
Ecco, no. Non lo troverete. Jack ed Ethan sono due ragazzini alla prima cotta adolescenziale, con un Ethan che non ha un minimo di nerbo e autocontrollo nonostante il ruolo che ricopre (e, davvero, come abbiano fatto a darglielo considerando la sua instabilità emotiva è un mistero!), Jack che per buona parte del tempo si dimentica di essere presidente di una intera nazione e stanno tutti lì che fremono, spasimano, melodrammaticamente TROPPO per stare con l'altro e lasciare fuori tutto il resto.
Credibile? No.
Caratterizzato male? Direi proprio di sì, almeno per il target di riferimento, mentre sarebbero stati perfetti per uno Young Adult. Magari con Ethan capitano della squadra di football e Jack leader dei nerd secchioni della scuola.
Attenzione! Nessuno dice che un personaggio non possa essere impulsivo, fare dei colpi di testa o essere emotivo: ma qui è così SEMPRE, per un libro intero, e con personaggi che un simile comportamento non se lo potrebbero permettere nemmeno scherzando, a fronte del ruolo che ricoprono.
- Altra cosa che mi ha urtato è stato che nessuno si è fatto venire in mente: "Oh, Jack. Ma sarai bisessuale?". Come se la parola "bisessualità" fosse tipo il Mostro di Loch Ness. Magari Jack non sarà bi, magari si classificherà in qualcos'altro non ci è dato sapere e forse non è nemmeno importante (anche se lo diventa, se fai continui riferimenti a una determinata categoria quale l'omosessualità. Quindi, se parli di una categoria, perché devi aver timore di nominarne un'altra?), ma se ti stai ponendo delle domande, subito dopo esserti detto: "Io non sono gay!", magari te lo domandi: "Forse sono bi?". Insomma, se sei stato innamorato della patata e ora sei innamorato della pannocchia... *inserire faccina di Capitan Ovvio*
Magari ci arriveremo nei prossimi volumi e questo potrebbe essere un buon argomento di sviluppo del personaggio di Jack. (e comunque non avrei mai detto che Jack fosse Repubblicano O_O)
- Ho trovato svariate ripetizioni e una qualità della scrittura che non sempre mi ha convinta.
Considerando che ho già tutta la serie, che nonostante tutto c'erano delle cose che non mi sono dispiaciute e che vorrei sapere di più di alcuni personaggi secondari che, insomma, potrebbero avere delle storie proprie perché i loro discorsi non sono stati chiusi ho deciso che leggerò l'intera serie. Nella speranza che i voti possano lievitare con l'andare avanti e soprattutto che finalmente si passi dall'adolescenza all'età adulta.
Allora, da dove partire?
DALL'ENORME DELUSIONE?
Nah. Partiamo prima dalle cose buone, perché, a dispetto del voto, ne ha. Peccato siano concentrate tutte nella parte finale (e non sono state sufficienti a bilanciare il resto e riuscir a far lievitare il voto almeno a 3).
Quindi:
- Ho apprezzato di sicuro l'aspetto fantapolitico. Bauer è stato bravo, lo ha reso intrigante, ma il vero crescendo (quando finalmente si scorda la parte romance) lo si ha dal 60% in poi. Un po' troppo tardi, secondo me, e che infatti non è riuscito a salvare del tutto il voto.
- Belle le scene d'azione! OH! Così soddisfacenti! Botte, action, esplosioni. Anni '90 vibes! Ci sguazzo in queste cose ed è stato proprio per questo che avevo puntato da tempo questa serie, complici anche le miriadi di recensioni positive che avevo letto.
- Alcuni personaggi non mi sono dispiaciuti. Welby, per esempio. Mi ha fatto ridere, l'ho trovato divertente e spero di poterlo ritrovare anche nei volumi successivi. Ammetto che in generale ho preferito di più i personaggi secondari (come anche gli amici di Ethan) piuttosto che i protagonisti.
- Ho apprezzato le scene hot di Bauer! Non sono eccessive, non sono lunghissime e non hanno l'eccessiva ricorrenza degli stessi termini spicy.
Ammetto che mi interessa il focus romance su Adam e il Principe. Più che altro perché adoro l'interracial e lo scontro tra culture diverse. Quindi, mi aspetto - spero! - che abbiano anche loro uno spazio MA CHE NON SIANO COME ETHAN E JACK, O LANCIO VIA IL KOBO!
E ora, passiamo alle note dolenti. *fa partire Piccoli problemi di Cuore in sottofondo*
Ethan e Jack hanno quarant'anni ciascuno (Jack anche di più) ma si comportano e vengono descritti come due RAGAZZINI DI QUINDICI ANNI. No, non s'affronta questa cosa.
Non si affronta se uno è il PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI e l'altro IL CAPO DELLE SUE GUARDIE DEL CORPO.
Gente che dovrebbe avere uno spirito pragmatico, temprato, adulto, maturo.
Ecco, no. Non lo troverete. Jack ed Ethan sono due ragazzini alla prima cotta adolescenziale, con un Ethan che non ha un minimo di nerbo e autocontrollo nonostante il ruolo che ricopre (e, davvero, come abbiano fatto a darglielo considerando la sua instabilità emotiva è un mistero!), Jack che per buona parte del tempo si dimentica di essere presidente di una intera nazione e stanno tutti lì che fremono, spasimano, melodrammaticamente TROPPO per stare con l'altro e lasciare fuori tutto il resto.
Credibile? No.
Caratterizzato male? Direi proprio di sì, almeno per il target di riferimento, mentre sarebbero stati perfetti per uno Young Adult. Magari con Ethan capitano della squadra di football e Jack leader dei nerd secchioni della scuola.
Attenzione! Nessuno dice che un personaggio non possa essere impulsivo, fare dei colpi di testa o essere emotivo: ma qui è così SEMPRE, per un libro intero, e con personaggi che un simile comportamento non se lo potrebbero permettere nemmeno scherzando, a fronte del ruolo che ricoprono.
- Altra cosa che mi ha urtato è stato che nessuno si è fatto venire in mente: "Oh, Jack. Ma sarai bisessuale?". Come se la parola "bisessualità" fosse tipo il Mostro di Loch Ness. Magari Jack non sarà bi, magari si classificherà in qualcos'altro non ci è dato sapere e forse non è nemmeno importante (anche se lo diventa, se fai continui riferimenti a una determinata categoria quale l'omosessualità. Quindi, se parli di una categoria, perché devi aver timore di nominarne un'altra?), ma se ti stai ponendo delle domande, subito dopo esserti detto: "Io non sono gay!", magari te lo domandi: "Forse sono bi?". Insomma, se sei stato innamorato della patata e ora sei innamorato della pannocchia... *inserire faccina di Capitan Ovvio*
Magari ci arriveremo nei prossimi volumi e questo potrebbe essere un buon argomento di sviluppo del personaggio di Jack. (e comunque non avrei mai detto che Jack fosse Repubblicano O_O)
- Ho trovato svariate ripetizioni e una qualità della scrittura che non sempre mi ha convinta.
Considerando che ho già tutta la serie, che nonostante tutto c'erano delle cose che non mi sono dispiaciute e che vorrei sapere di più di alcuni personaggi secondari che, insomma, potrebbero avere delle storie proprie perché i loro discorsi non sono stati chiusi ho deciso che leggerò l'intera serie. Nella speranza che i voti possano lievitare con l'andare avanti e soprattutto che finalmente si passi dall'adolescenza all'età adulta.
Fanteria dello spazio by Robert A. Heinlein, Franco Brambilla
2.0
Ci sono tanti sentimenti contrastanti in questa lettura, ma la delusione ha vinto sul resto.
Ho amato tantissimo il film di Verhoeven. E' una critica intelligente e feroce allo stesso tempo, ma comunque ti fa appassionare a ciò che sta succedendo e tifare pure per gli sfigati che ci incappano nel mezzo.
Quando mi sono approcciata al romanzo, invece, sapevo di dovermi aspettare qualcosa di diverso e figlio del 1959, accompagnato da una figura contrastante come quella dell'autore Heinlein.
Di certo mi ha sorpreso sia che fosse in prima persona, sia che avesse uno stile così attuale. Mi ero aspettata qualcosa di un po' più articolato, invece è davvero semplice (pure troppo a volte).
Il problema è tutto il resto.
Il testo è un intero "tell". Di "show" se ne vede pochissimo e per lo più concentrato verso il finale. Ciò ha reso la lettura noiosa e lenta in maniera inaspettata. Ero stata quantomeno certa che mi sarei trovata davanti un certo dinamismo e invece...
La seconda nota dolente sono gli spiegoni.
Enormi, lunghi, sbrodolosi spiegoni filosofici.
E' su questo che alla fine si basa tutta la crescita di Johnny Rico: sugli spiegoni dei suoi superiori e insegnati, che gli fanno capire (cioè, praticamente glielo fanno inghiottire a cucchiaiate) l'importanza del fare, dell'essere partecipe e rimboccarsi le maniche per la sopravvivenza della società, ma anche quanto questo sia un lavoro duro e per pochi: cioè per chi dimostra davvero di volerlo e saperlo fare. E per chi riesce a sopravvivere, è ovvio, perché sempre e comunque la Fanteria è carne da macello e questo non lo cambierà niente e nessuno.
Chi decide di fare i due anni come militare per accaparrarsi il diritto di essere riconosciuto come cittadino e poter avere potere decisionale nello sviluppo sociale viene scoraggiato con tutti i mezzi possibili, per testare fino in fondo la perseveranza e l'intenzione dei candidati.
Nel corso dell'addestramento e poi della scalata ai gradi militari - che però precludono il diritto di voto, fintanto che si procederà con la carriera militare, anche dopo i due anni obbligatori. Attenzione! Questo è importantissimo, per me! - viene insegnato il senso di responsabilità che la scelta di essere militare/pilota/ecc comporta e il senso di appartenenza al proprio gruppo.
La Fanteria Spaziale Mobile diviene famiglia, ragione, esclusività. Sei nella fanteria sei un fratello, ma se sei fuori non mi farei guardare mai le spalle da te. E questo Johnny lo dice proprio. Si segna quindi la differenza tra ciò che è stata niente più che la scelta impulsiva di un ragazzino appena maggiorenne e ciò che inizia a diventare la consapevolezza del proprio ruolo.
Dopotutto, Fanteria dello Spazio è un romanzo di formazione, ma ci sono stati troppi buchi, troppi salti, troppo affrettare nel raccontare che in certi punti l'ho trovato davvero davvero carente. Ed è un peccato, perché poteva essere un Librone con la maiuscola.
L'importanza del fatto che un militare fintanto che lo è non possa votare - e quindi usufruire di quei privilegi che l'essere cittadino comporta - è legata a ciò che è stato detto di Heinlein, del fatto che fosse fascista, misogino e pure omofobo. Oggettivamente da un lato c'è questo "amor di patria" che potrebbe essere molto fascio, la critica alle democrazie, al pacifismo e così via, ma dall'altro proprio il fatto che il governo NON sia un governo militare (vengono criticate pure le dittature, eh!) e che gli stessi militari siano esclusi dai poteri fino a che non dismettano divisa e gradi invece lo discosta del tutto (anche perché si presume che l'esperienza militare faccia acquisire ai cittadini una consapevolezza enorme rispetto ai civili, che i fasci non hanno, quindi...).
Per quanto riguarda la misoginia: mah. Questo romanzo è del 1959 e seppure nel film venga mostrata una parità di genere altissima, nel romanzo rimane comunque una sorta di divisione tra compagine maschile e femminile. Non perché le donne non possano assumere ruoli di comando - lo fanno! - ma proprio nelle interazioni tra soldati donne e soldati uomini. Non ho letto di fanti donne, ma solo di marinai donne, per esempio. E non si addestrano insieme, ma sulle navi hanno aree separate. Ecco, questo mi sembra ancora figlio del tempo di pubblicazione del libro, più che di misoginia (mi ha urtata un po' questa figura mistica della donna, stile angelo illuminante della vita di 'sti fanti che, poracci, campano a pippe!).
In merito all'omofobia non ho trovato riferimenti, ma so che in altre opere ne ha fatti, quindi magari dovessi leggere altro di Heinlein vedrò.
Infine, riassumendo: il film ha uno sviluppo più ordinato, coinvolgente e meglio narrato, a dispetto del libro che è un insieme di spiegoni e tell, tell, teeeeell.
Un gran peccato :/
Ho amato tantissimo il film di Verhoeven. E' una critica intelligente e feroce allo stesso tempo, ma comunque ti fa appassionare a ciò che sta succedendo e tifare pure per gli sfigati che ci incappano nel mezzo.
Quando mi sono approcciata al romanzo, invece, sapevo di dovermi aspettare qualcosa di diverso e figlio del 1959, accompagnato da una figura contrastante come quella dell'autore Heinlein.
Di certo mi ha sorpreso sia che fosse in prima persona, sia che avesse uno stile così attuale. Mi ero aspettata qualcosa di un po' più articolato, invece è davvero semplice (pure troppo a volte).
Il problema è tutto il resto.
Il testo è un intero "tell". Di "show" se ne vede pochissimo e per lo più concentrato verso il finale. Ciò ha reso la lettura noiosa e lenta in maniera inaspettata. Ero stata quantomeno certa che mi sarei trovata davanti un certo dinamismo e invece...
La seconda nota dolente sono gli spiegoni.
Enormi, lunghi, sbrodolosi spiegoni filosofici.
E' su questo che alla fine si basa tutta la crescita di Johnny Rico: sugli spiegoni dei suoi superiori e insegnati, che gli fanno capire (cioè, praticamente glielo fanno inghiottire a cucchiaiate) l'importanza del fare, dell'essere partecipe e rimboccarsi le maniche per la sopravvivenza della società, ma anche quanto questo sia un lavoro duro e per pochi: cioè per chi dimostra davvero di volerlo e saperlo fare. E per chi riesce a sopravvivere, è ovvio, perché sempre e comunque la Fanteria è carne da macello e questo non lo cambierà niente e nessuno.
Chi decide di fare i due anni come militare per accaparrarsi il diritto di essere riconosciuto come cittadino e poter avere potere decisionale nello sviluppo sociale viene scoraggiato con tutti i mezzi possibili, per testare fino in fondo la perseveranza e l'intenzione dei candidati.
Nel corso dell'addestramento e poi della scalata ai gradi militari - che però precludono il diritto di voto, fintanto che si procederà con la carriera militare, anche dopo i due anni obbligatori. Attenzione! Questo è importantissimo, per me! - viene insegnato il senso di responsabilità che la scelta di essere militare/pilota/ecc comporta e il senso di appartenenza al proprio gruppo.
La Fanteria Spaziale Mobile diviene famiglia, ragione, esclusività. Sei nella fanteria sei un fratello, ma se sei fuori non mi farei guardare mai le spalle da te. E questo Johnny lo dice proprio. Si segna quindi la differenza tra ciò che è stata niente più che la scelta impulsiva di un ragazzino appena maggiorenne e ciò che inizia a diventare la consapevolezza del proprio ruolo.
Dopotutto, Fanteria dello Spazio è un romanzo di formazione, ma ci sono stati troppi buchi, troppi salti, troppo affrettare nel raccontare che in certi punti l'ho trovato davvero davvero carente. Ed è un peccato, perché poteva essere un Librone con la maiuscola.
L'importanza del fatto che un militare fintanto che lo è non possa votare - e quindi usufruire di quei privilegi che l'essere cittadino comporta - è legata a ciò che è stato detto di Heinlein, del fatto che fosse fascista, misogino e pure omofobo. Oggettivamente da un lato c'è questo "amor di patria" che potrebbe essere molto fascio, la critica alle democrazie, al pacifismo e così via, ma dall'altro proprio il fatto che il governo NON sia un governo militare (vengono criticate pure le dittature, eh!) e che gli stessi militari siano esclusi dai poteri fino a che non dismettano divisa e gradi invece lo discosta del tutto (anche perché si presume che l'esperienza militare faccia acquisire ai cittadini una consapevolezza enorme rispetto ai civili, che i fasci non hanno, quindi...).
Per quanto riguarda la misoginia: mah. Questo romanzo è del 1959 e seppure nel film venga mostrata una parità di genere altissima, nel romanzo rimane comunque una sorta di divisione tra compagine maschile e femminile. Non perché le donne non possano assumere ruoli di comando - lo fanno! - ma proprio nelle interazioni tra soldati donne e soldati uomini. Non ho letto di fanti donne, ma solo di marinai donne, per esempio. E non si addestrano insieme, ma sulle navi hanno aree separate. Ecco, questo mi sembra ancora figlio del tempo di pubblicazione del libro, più che di misoginia (mi ha urtata un po' questa figura mistica della donna, stile angelo illuminante della vita di 'sti fanti che, poracci, campano a pippe!).
In merito all'omofobia non ho trovato riferimenti, ma so che in altre opere ne ha fatti, quindi magari dovessi leggere altro di Heinlein vedrò.
Infine, riassumendo: il film ha uno sviluppo più ordinato, coinvolgente e meglio narrato, a dispetto del libro che è un insieme di spiegoni e tell, tell, teeeeell.
Un gran peccato :/