melanto_mori's reviews
122 reviews

La barca volante by Massimiliano Frezzato

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4.0

Ho preferito di sicuro "La città delle cose dimenticate", ma il disegno di Frezzato è sempre un piacere per gli occhi di chiunque, grandi e piccini.
Il sapiente uso del colore, il tratto... bellissimi e immaginifici.

La storia è un sacco dolce e malinconica. Tutta in rima e con immagini a fronte. Impossibile dire altro senza fare spoiler e rischiare di rovinare il piacere della lettura di questo libro davvero breve che racchiude una incredibile storia d'amore, di coraggio e di libertà.
Kurnivamahainen kissa by Teemu Juhani, Magdalena Hai

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4.0

Una favola davvero adorabile, con una morale sempre attuale e valida e accompagnata da dei disegni carinissimi.
La città delle cose dimenticate by Massimiliano Frezzato

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5.0

Questo libro si inizia ad ammirare dalle sue tavole: bellissime, piene di fantasia e con una stupenda scelta di colori, dove la predominanza di neri e blu incontra tocchi caldi di gialli e rossi.
Poi si passa alla storia, che si dipana tavola dopo tavola, e l'amore per questo volume diviene totale.
Poetico, profondo e ricco di metafore.

Merita moltissimo, superconsigliato!
Trittico dell'Inganno by S.M. May

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4.0


Voto: 3,5


Amo la fantascienza e questa trilogia (che mi era stata consigliata) aveva proprio basi interessanti.
Ho amato tutto il wordbuilding. L'ho trovato bellissimo, ben costruito e che mi dava quelle vibes alla Dune che mi sono piaciute un sacco: la presenza di queste famiglie che fanno il bello e cattivo tempo, lo sport crudele dello skullball, l'ambiente della polizia, le regole degli schiavi, le caratteristiche dei talliniani dagli occhi d'oro, l'inospitalità del loro pianeta natale e la loro resistenza strenua ai Picadanias. Tutto davvero bellissimo e che secondo me avrebbe meritato ulteriori approfondimenti e altre storie.
Ho adorato Sapphire Crissen. Questo poliziotto onesto che si porta addosso e dentro il peso e i segni della propria onestà e dell'essere una brava persona, sotto qualche straterello di razzismo e pregiudizi di cui però si libera poco alla volta.
Ho trovato i Picadanias estremamente ben caratterizzati nel loro essere così... *cerca di non usare parolacce*... disgustosi e infami.
Bellissime le caratteristiche dei sanekle, le loro particolarità e ciò che li rende unici.
Molto bella la scrittura dell'autrice, ricca senza essere pomposa né barocca.

Ciò che non mi ha convinto... è Jen Adur. :/

Ho trovato Jen: irritante, snob, incoerente. Non sono riuscita a farmelo piacere in nessun modo, con questa sua aura di "superiorità": lo avrei preso a sberle ogni due per tre.
Fa un sacco di moralismi a Sapphire quando a volte si comporta e parla in maniera un po' rozza e piena di pregiudizi verso il suo popolo, quando lui ha offerto il suo pianeta al bastardo che li schifava come fossero feccia e che era chiaro che avrebbe ridotto la sua gente in schiavi da spremere come limoni. Allora, dov'è la coerenza?
Dov'è la coerenza quando un minuto prima esaltava lo skullball e un minuto dopo lo giudicava come una barbarie?
Ho perso completamente questi passaggi da un pensiero all'altro, da un comportamento all'altro. Non li ho individuati né percepiti.
Il che è un peccato, perché l'intreccio narrativo è molto bello e interessante, avvincente (anche se a un certo punto, verso il finale, non ho capito per quale motivo ci sono dei pezzi narrati al presente e altri al passato. Solo lì. E trattavano tutti dello stesso momento narrativo. Sono rimasta un po' perplessa).

Nonostante la mia avversione per uno dei protagonisti, consiglio questa lettura, perché intreccio e scrittura sono veramente molto validi!
Barry Squires. Balla come se non ti vedesse nessuno by Heather Smith

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5.0


Questo libro non era affatto ciò che mi ero aspettata dalla quarta di copertina, eppure mi è piaciuto tantissimo seguire le vicende di Finbar, della sua famiglia sgangherata, di questa cittadina sull'Isola di Terranova e dell'incredibile fauna che la caratterizza, a partire dai vecchietti della casa di riposo "Un Gradino dal Divino" (HO ADORATO STO NOME!!! XD)
Finbar è un ragazzino dalla lingua tagliente e schietta, che non pensa mai a ciò che dice, lo dice e basta. Ha le sue ossessioni, la sua rabbia esplosiva, l'esercito nella testa che gli impedisce di concentrarsi, non sa arrivare puntuale, fa amicizia con tutti - soprattutto gli adulti! - sbaglia le parole spesso e volentieri, non sta mai fermo. Nessuno mi toglie dalla testa che sia neurodivergente, perché più ne leggero più ne avevo la certezza. E passa attraverso situazioni e problemi che molto spesso sono più grandi di lui con spiccata ironia, a volte, tranne in un'occasione... quando è arrivata la sassata che non avevo subodorato e che ha fatto malissimo (vi consiglio di arrivare a leggere fino alla fine dei ringraziamenti, dove c'è una dedica. Così ri-piangerete male anche voi).

Le tematiche affrontate sono tante e importantissime, come la gestione della rabbia, la depressione, l'elaborazione del lutto, il razzismo. Ma ci si passa attraverso con molto brio, in alcuni casi, e tanta malinconia in altri. La scrittura della Smith è piacevole e attenta, e Finbar è esilarante, anche se a volte lo vorresti menare. XD
Tre personaggi che ho adorato sono stati di certo: Saibal, Steven lo Storto e Pius. Pius mi ha fatto molta tenerezza a un certo punto. E la nonna. La nonna è meravigliosa.

I libri per ragazzi sono molto spesso sottovalutati, considerati "semplici", per menti "giovani". Ci si dimentica però che non sono dei ragazzi a scriverli, e che non abbiano niente di semplice nei loro significati, anzi. A volte, sono taglienti e precisi come punteruoli.
Una pesca miracolosa by Kate Canterbary

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2.0

Eeee no.
No.
Con anche grande rammarico e un filo di collera, ma proprio no.
Se sto libro non si è preso una monostella, credo sia merito solo dello stile che, per quanto abbia le sue ingenuità, è godibile e non tratta così male la povera prima persona - cosa che succede molto di frequente.
Lo stile però un po' mi ha illusa, perché per quanto l'inizio fosse stato un po' meh, dopo sembrava che la trama si stesse riprendendo e così i personaggi.
Fino ad arrivare alla famosa "orgia di lucciole". Da lì è precipitato tutto.
Una chiara vaginofobia da parte dei protagonisti, Annette che è di un cringe assoluto, gelosia possessiva immotivata e pure fastidiosa da parte dei protagonisti (ahò! Ve siete resi conto che lì amano tutti la figa tranne voi, sì?! Tranquilli che nessuno ve ruba niente!).
Lo abbiamo capito che sti due sono due pezzi di manzi attaccati al gancio del macellaio pur senza ripterlo praticamente a ogni capitolo (i lettori sono scemi fino a un certo punto, eh). Così come abbiamo capito che nessuno dei due non batteva chiodo da talmente tanto tempo da avere la batteria dell'arrapatio settata su extra-long. E magari all'inizio più essere simpatico, fa sorridere, ma se ogni scusa è buona per pensare a quanto sarebbe bello azzuppare il biscotto - e poi, farlo reiteratamente anche quando si sta facendo un discorso serio, santalamiseria i can't! - diventa stancante, noioso e ripetitivo.
Il personaggio di Owen a un certo punto diventa proprio irritante.
Cioè, quel poveraccio di Cole cerca in tutti i modi di affrontare l'argomento importante della sua vera identità a ogni occasione e Owen non fa che dire "non voglio sapere, non me lo dire, statt zitt", che alla fine - giustamente! - Cole si sta zitto e non dice nulla. Quindi che diavolo di senso ha che poi però ti incazzi come una iena perché Cole non ti ha detto che è così ricco da potersi comprare tutta Talbott's Cove sull'unghia? Che senso ha che te la prendi con lui e gli rinfacci le cose e lo cacci pure via?! Ve lo dico io: NON HA SENSO, è solo stupido (e scritto male, chiaramente).
Senza contare l'enorme egoismo dietro tutti i suoi pensieri votati a pianificare la loro vita insieme SENZA NEMMENO CHIEDERSI COSA VORREBBE, QUELL'ALTRO DISGRAZIATO.
No.
Semplicemente, no.
Pessimo sviluppo della trama - misera, okay, ma piena di sesso solo per riempire le chiacchiere che la Canterbary non si è impegnata più di tanto a inventare - pessimo sviluppo dei personaggi.
Potevo pure passare sull'instalove e sul fatto che questi si sposano dopo due, tre mesi (che in USA è una pratica parecchio comune), ma poi c'è "tutto il resto" e quindi no.

Oh, e vi ho risparmiato di Owen che, da celebrante di matrimoni, se ne esce con la chicca che "lui non sposa quelli non destinati a stare insieme per sempre"... Ma nelle tue mutande una delle tue palle è pure di cristallo, che vedi il futuro?!?!?! No, per sapere.

Peccato. Davvero, peccato. L'idea era carina, poteva venir fuori un romance decisamente grazioso, ma l'occasione è stata sprecata.
Plauso invece all'edizione italiana del cartaceo: a parte qualche refuso, ho adorato l'impaginazione, è veramente bella.
Questo inverno by Alice Oseman

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3.0

Una novella graziosa che si legge in tre quarti d'ora/un'ora massimo, corredata di disegni e grafiche graziose.
La novella è divisa in tre parti, con i tre punti di vista dei fratelli Spring. Ammetto che quello di Oliver è stato il mio preferito, forse perché nella sua ottica di bambino, molto semplice, non si vedono tutte le.sovrastrutture - a volte eccessive e immaginarie - che noi adulti diamo a certe conversazioni o atteggiamenti.
Oliver è semplice, è diretto, ha una soluzione pratica per tutto e ogni cosa si risolve con "giochiamo a Mario Kart?".
Tori e Charlie sovrastrutturano ogni cosa col rischio di essere loro a risultare pesanti e fastidiosi, non le persone che sono loro attorno. A Tori dà fastidio la qualunque, santo cielo! (E io ho adorato il suo personaggio in Heartstopper, ma qui dopo un po' l'ho trovata irritante).
E comunque l'unica persona davvero stupida lì in mezzo - a parte la mamma di Charlie che però dà più la sensazione di una persona che non sa cosa fare ma che ci prova, anche sbagliando - è David, non di certo le cugine un po'pettegole degli Spring, né tantomeno lo zio Antonio (che è al massimo vittima di stereotipi, e ci sta tranquillamente).
L'eccessiva insofferenza verso gli Spring l'ho capita davvero poco, perché alla fine non erano così molesti come si è cercato di farli passare.
Nick, as usual, è un gioiello. ❤️

Dopotutto, però, è stata una storia gradevole e di compagnia (avrei dovuto leggerla nel periodo giusto però XD che a Giugno forse mi ha fatto perdere le vibes natalizie)
Oggi tocca a me by Juri Di Molfetta, Luca Abbà

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5.0

Questo libro è un cerchio.
Un lungo cerchio percorso in anni e che ha collezionato eventi, persone, vite, fino a trovare la sua chiusura definitiva nell'evento principale narrato in questo romanzo.
E questo enorme cerchio, che toccava tutti in un modo o nell'altro e legava tutti fino alla fine... mi è piaciuto davvero tanto.
Lo stile di scrittura è al tempo stesso metropolitano e poetico, con queste immagini che entrano ed escono piacevolmente dal sogno per mischiarsi all'asfalto e al fango. Si dà pane al pane, quando serve, e poi si sfuma tutto con questo paesaggio e questi personaggi. Anche il più piccolo e comparso di striscio ha un ruolo, ha una vita, ha una caratterizzazione che in una riga lo inquadra e trovo che questa sia una grande dote dell'autor*.
Mi è piaciuto compiere il viaggio assieme a questi ragazzi, vedere come sarebbe stato e cosa avrebbero trovato alla fine.

Questo libro è molto di parte, e già lo sapevo, e se all'inizio avevo temuto che l'essere di parte trasformasse il pretesto narrativo in uno politico, mi sono ricreduta fin da subito: perché in questo caso è il contrario; è il pretesto politico che viene trasformato in narrativo.
Se gli devo trovare un difetto - che è anche il motivo per cui non ho messo voto pieno - uno è di sicuro il fatto che...
Spoiler... Caterina definisca Barbara "eterosessuale" quando è chiaro che è bisessuale, visto che va a letto con lei. Potrà anche piacerle il ca**o (citando il testo), ma è ovvio che non le piaccia SOLO quello. Quindi non capisco perché non parlare di bisessualità in quel contesto.
La seconda cosa che non capisco se mi ha convinto o meno è l'elemento "sovrannaturale". Non tanto quello di Guapo, però. Cioè, ho amato il testo così com'era... eppure non so se sento una leggera insoddisfazione per quel tipo di risoluzione, come fosse un deus ex machina. Il fatto è che se non fosse stato così, non so come avrebbe potuto essere. E considerando anche il tipo di scrittura, forse non avrebbe potuto essere diversamente. Eppure persiste un po' di insoddisfazione, devo ammetterlo.


Ciò non toglie che è stata davvero una lettura migliore di quanto credessi, e con dei bellissimi disegni in accompagnamento dei capitoli.
Cuore puro: Quattro amici. Quattro destini. Una sola passione by Roberto Saviano

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5.0

Voto: 5

Ma lo sapevo che sarebbe stato così, che meno di quattro non glielo avrei mai dato a 'sto romanzo. Lo sapevo già in partenza.
Cuore Puro è amarezza, è illusione, è disincanto, è un Super Santos, è la voglia di poterci ancora credere che la gente sappia essere meno di merda di quello che sembra, ed è la certezza che ti stai solo raccontando una palla perché certa gente munnezza è e munnezza rimane.
Cuore Puro è la consapevolezza che nascere e crescere in certi quartieri potrebbe portarti in un solo posto, ed è la consapevolezza che se accetti un favore dalla persona sbagliata poi lo pagherai a caro prezzo.
Cuore Puro è finzione e realtà assieme, che si intrecciano in maniera perfetta e non ti accorgi quanto di vero e quanto di romanzato ci sia, e forse, anche per questo, è ancora più amaro arrivare alla fine e rendersi conto che, sotto sotto, uno lo sapeva cosa sarebbe accaduto.
Cuore Puro sono Giovanni, Giuseppe, Rino e Dario.

Di Saviano ho già amato la dilogia della Paranza, quindi ero praticamente certa che non sarei rimasta delusa da Cuore Puro. Scrittura scorrevole, piena di digressioni perfettamente intrecciate al tessuto narrativo (oltre che interessantissime) e ciascuna, alla fine, risulta fondamentale anche se sul momento pensi che magari si è allontanato troppo da ciò che stava raccontando.
C'è anche un frammento - brutto - che riguarda Avellino e c'è tanto, tantissimo calcio, descritto nel bene (dei sogni di 'sti bambini) e nel male (di tutto lo schifo che si porta appresso come un'aura pestilenziale).
E c'è descritta l'incredibile abilità con cui il Sistema sa rovinare qualsiasi cosa su cui mette le mani, fosse pure na' partitella tra bambini.