melanto_mori's reviews
122 reviews

Il cattivo fratello by Luisa Mattia

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5.0

Voto: 4,5

Cominciato a colazione, finito dopo pranzo.
Non me ne sono riuscita a staccare fino a che non l'ho finito, ma sapevo fin dall'inizio che questa avrebbe potuto essere una bella lettura: la trama mi aveva intrigato un sacco e la cover ha fatto il resto (perché è bellissima!!!).
Una sorta di escalation emozionale molto contrastante che poi si affievolisce sul finale, che forse è stata l'unica cosa che meno mi ha convinto del testo.
Mi sono piaciuti molto i personaggi, li ho trovati caratterizzatissimi (soprattutto Canio e Cesare), e non ho potuto non parteggiare per Cesare. Anche se, in realtà, io sono una figlia minore XD Avrei dovuto sentire più affinità con Canio, ma per me Canio è da TSO senza possibilità di appello perché penso che abbia più di un problema relazionale e la sua incapacità di provare sensi di colpa ne è la prova evidente, così come la sua ossessione per Cesare. Non sono riuscita a vederci niente di sano nel rapporto tra questi due fratelli, neppure nel finale in cui si cerca per volontà di entrambi di provare a ricostruire da capo e conoscendosi molto meglio di prima (motivo per cui il finale non mi ha convinto: non sono riuscita a calarmi nella decisione di Cesare di dare questa seconda possibilità).
Trovo che questo romanzo mostri bene quanto una pessima condotta genitoriale, e le pressioni famigliari, le loro aspettative - anche da parte di gente borghese e acculturata, e non per forza di gente che è già cresciuta nel degrado - possano rovinare la vita di ben due persone; anche le eccessive manifestazioni di affetto, la troppa indulgenza che crea squilibrio possono essere un problema.
Sia Cesare che Canio avrebbero avuto bisogno fin da subito di avere a che fare anche con una figura psicologica professionale - e magari qualcuno che ne dicesse un paio pure ai genitori non sarebbe stato male, eh! XD.

Narrativamente, il tutto è stato costruito benissimo e anche la presenza di un narratore onnisciente l'ho trovata davvero ben gestita e che faceva scorrere la lettura in maniera fluida.
Vivamente consigliato!
Dieci piccoli indiani by Agatha Christie

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3.0

Voto: 3⭐/5

Era da tantissimo che volevo leggerlo ed ero stata strasicura che mi sarebbe piaciuto tanto, invece arrivata alla fine ne sono rimasta un po' delusa.
L'ho trovato "invecchiato male".
Ci sono romanzi che anche se scritti molto tempo fa, continuano comunque a essere delle pietre miliari o ad avere una qualità di scrittura impossibile da non riconoscere.
"Dieci piccoli indiani" mi ha lasciata invece con un senso di perplessità.
I personaggi sono ben caratterizzati e strutturati, ma l'intera vicenda, il suo sviluppo, la motivazione e la spiegazione finale... mi hanno lasciata un po' freddina. Il fatto che non si potesse arrivare alla verità tramite una deduzione da parte del lettore (perché non ci arrivi, se non te lo spiega alla fine la lettera non lo puoi capire) mi ha tolto uno dei grandi piaceri che di solito ho leggendo un giallo.
Mi piace dedurre, mi piace cercare di recuperare gli indizi attraverso il testo e poi arrivare alla fine gridando: "Ah! Lo sapevo!" oppure "Oh! Non ci ero arrivato!".
In questo caso, il lettore segue la vicenda ma non avrà alcun vero elemento per arrivare alla fine, per farsi una sua idea. I personaggi sono inoltre troppo preda di loro stessi, molto estremizzati (e stereotipati nel ruolo "uomo" e "donna" che c'era all'epoca della Christie - giustamente, anche! E' figlio del suo tempo, è stato pubblicato nel 1939, quindi ci sta. In vari punti è stato come vedere quei vecchi film americani in bianco e nero).
Non ho apprezzato il fatto che per sapere la verità si è dovuta attendere questa lettera finale in cui viene spiegato tutto per filo e per segno. E non ho apprezzato molto il narratore onnisciente.

Di sicuro resta un libro che intrattiene, che ti permette di vedere come una delle gialliste più importanti nella letteratura costruiva la sua storia, e ti invoglia a voler arrivare alla fine per scoprire chi è stato e perché.

Dance! by Paola Zannoner

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3.0

Il voto è 3,5 in realtà.

Questo libro mi è piaciuto tanto fino al penultimo capitolo.
Dal penultimo capitolo ho capito che aveva un grosso, grossissimo problema: era troppo breve. E non in senso figurato, quando hai letto qualcosa che ti piace e ne vorresti ancora, no, proprio oggettivamente: è troppo breve per la storia che ha costruito.
Aveva bisogno di molto più spazio e respiro per essere narrata come meritava, perché sono stati inseriti elementi incredibilmente interessanti che però non vengono approfonditi o risolti all'acqua di rose, proprio partendo dal penultimo capitolo.
Prendiamo tutta la sottotrama della madre di Robin: Shane è un personaggio controverso - e pure odioso - ma che ha una sua costruzione molto interessante e ben fatta. Ha preso delle scelte importanti e difficili, ha scelto di non essere madre di una sola bambina, ma di tutte quelle bambine che ha incontrato con il suo lavoro da volontaria. E' una presa di coscienza fortissima, ma poi che succede? Nel penultimo capitolo di colpo si redime, pace e bene, e "figlia mia!!!" e improvvisamente diviene la madre che avrebbe dovuto essere?
L'ho trovato davvero forzato e affrettato. Si aveva fretta di chiudere la storia e quindi sistemare ciò che era rimasto sospeso.

Abbiamo poi Robin, la protagonista, descritta davvero a tutto tondo, con questo atteggiamento da adolescente odiosissimo, ma che ha un suo perché, un suo sviluppo. Odia determinate cose, la imbarazzano certe altre, ha quest'attrazione per Chantal ma non viene mai spiegata di che natura (PER ME E' SAFFICA, VE LO DICO! *-*), sta cercando di evolversi, uscire dal guscio, e cercare di venire a patti con l'assenza di sua madre, epperò poi penultimo e ultimo capitolo e tarallucci e vino. Di colpo Robin non è più la ragazza che veste solo largo, ma si mette un abito colorato e tutto cambia. Debbotto. Anche il suo rapporto con Guido (che è palesemente gay oriented, ma pare che l'autrice abbia terrore di dire le cose come stanno e non ho capito perché! Okay, il libro è del 2005... troppo presto sbilanciarsi rispetto oggi? Probabile). E anche la sua amicizia con Chantal: diventano amiche, rivali in amore? Non si capisce.

E poi Massimo. Massimo che è il vero assente, molto più di Shane, nella vita di sta ragazzina. Che c'è solo perché vive con il padre, ma che di sua figlia non sa niente, non ha fiducia in niente e che nella narrazione semplicemente scompare a favore di un più presente e interessante Aldo.

E questo vuoto narrativo generale che resta alla fine è un vero peccato, perché per me ha rovinato tutto quello che c'è stato prima, ed è caratterizzato da una bella scrittura che si fa prendere molto dai flussi di coscienza. Non ho sempre apprezzato il narratore onnisciente, con questi salti mentali ed emotivi da un personaggio all'altro, ma mi son piaciute le digressioni sulla danza, la presenza dell'omofobia, e lo spazio dedicato alla storia di Shane.
Se soltanto fosse stato più lungo e approfondito, questo libro avrebbe potuto essere un bellissimo gioiello.
Our lady of the fallen - La Palude di Ossa by Shane Crowley, Shane Crowley

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5.0

VOTO: 5++
(SI'. LA DOPPIA CORONA)

Questa recensione sarà molto di "pancia" perché l'ho appena terminato e mi sento orfana (sfido chiunque, dopo quasi 800 pagine a non sentirsi "solo").
SpoilerMi sento orfana perché voglio sapere CHE SUCCEDE.
Perché i personaggi sono tutti nella situazione peggiore possibile e non so come ne usciranno.
Perché mi manca già tutta l'ambientazione, mi mancano i personaggi, e voglio vedere crepare chi deve crepare. Possibilmente MALISSIMO. Accenderò una candela per Jesus Malverde, in questo caso.

Prima di tutto, va detto che questo romanzo è scritto BENISSIMO. Lo stile è incredibilmente denso eppure mantiene una linearità che fa spavento. Non ci sono arrotolamenti su sé stessi, non ci sono momenti altalenanti. La resa (ottima) è costante dall'inizio alla fine, passeggia senza problemi tra la concretezza di gente che viene aperta come una cozza e lirismi di ciò che riguarda il sovrannaturale con estrema fluidità, ma senza far distrarre il lettore né stancarlo.
L'abilità narrativa di Shane Crowley è indubbia ed è tutta lì, basta solo leggere e scendere sempre più a fondo nel background che è una delle cose più belle di tutto il libro.
Le descrizioni dei luoghi, del viverli, dell'aria che si respira, del modo di fare delle persone, DEL SUO INCREDIBILE FOLKLORE sono bellissime. Permettono un'immersione totale del lettore all'interno della storia. Io ci sono affondata pagina dopo pagina, tant'è che andavo a dormire con la voglia di sapere cosa sarebbe accaduto, perché ogni capitolo ti lascia col sospeso di sapere cosa succederà appena voltata la pagina.

Il Folklore è il secondo punto punto di forza.
Quella spiritualità, quel realismo magico che diviene sempre più reale, più magico E PIU' BUIO poco alla volta. Si insinua in quello che comincia come un semplice thriller e poi se lo fagocita, pezzo dopo pezzo. Finisce tutto nelle fauci spalancate di Xolotl.
Fa paura? Oh, sì. Ma non riesci a farne a meno. Vuoi entrare nella laguna anche se sai che è meglio starne alla larga e la vuoi vedere con i tuoi occhi e vedere la Virgen de las Culebras, i suoi feticci, perché ogni miracolo ha un prezzo. E il suo è altissimo.
E magari speri di avere un Malverde a farti da spalla e salvachiappe al bisogno (facendoti prendere anche quei due o tre infarti, ovviamente XD).

Terzo punto, ma che secondo me si inframmezza a tutti gli altri, sono i personaggi: i personaggi, anche quelli che compaiono per due secondi, hanno uno spessore, sono chiari, distinti. I protagonisti sono a tutto tondo e sono bellissimi.
Amerete Osito #stellinadeicoyotes, Pucho, Concha, ALMA (T_T Alma), Lupe, Bianca, DIABLO (T_T), Malverde (come si può amare un dio bandito che fuma troppo e ti fa prendere dei colpi secchi)
Odierete chi dovete odiare, e gli augurerete solo il peggio possibile.
E poi Logan e Soledad. I protagonisti. Resterete incollati alla loro pelle, ci soffrirete e arrivete alla fine del volume chiedendovi: E ADESSO?!?!?!?!?
Perché, sì, questo è il primo volume e vorrei tanto avere già il secondo da poter cominciare.

E' stato come guardare una serie tv, di quelle fatte bene. La scrittura è filmina, non tralascia niente. Ed è costellata di tantissimi particolari che è impossibile che non ti facciano pensare a CHE RAZZA DI LAVORONE ci sia stato dietro. Perché c'è, si vede, LO LEGGETE. Lavorone di ricerca e documentazione, lavorone di strutturazione del romanzo, lavorone nelle scene d'azione che sono BELLISSIME (Oh, finalmente T_T potrei piangere già solo per questo). Non c'è niente lasciato al caso e anche la cosa più piccola poi state pur certi che ritorna, quindi leggete tutto con attenzione.
E' splatterino quanto basta e quanto necessita di esserlo un testo come questo (e io ADORO).

Doppia corona. Per forza. Perché chi deciderà di leggerlo e arriverà alla fine mi darà ragione.
Non lasciatevelo sfuggire.

Tambien mi corazón parece todo negro
Partita con la morte by Cordelia Kingsbridge, Cordelia Kingsbridge

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4.0

Voto: 3,75⭐

Avevo letto tanto entusiasmo per questo volume e aveva tutti gli elementi perfetti affinché fosse qualcosa di intrigante, che non potevo lasciarmi scappare: un crime, MM, con serial killer. Mi mancava leggere crime e così mi ci sono fiondata.
La scrittura è agile, si legge davvero in pochissimo, ma il mio entusiasmo si è spento un po' in fretta, a dire il vero. Alcuni infodump per quanto riguarda le parti più tecniche, altre volte mi è sembrato si velocizzasse troppo e si mostrasse meno, scene spicy troppo didascaliche che pareva di leggere un manuale (e nelle quali ho trovato la scelta della terminologia da usare poco azzeccata col contesto in cui stava avvenendo), un'indagine con elementi facilmente individuabili per chi è fan del genere e che mi hanno lasciato con un sospetto molto chiaro su chi sia questo famigerato Sette di Picche. Potrei anche azzardare il movente... Ma scoprirò con i prossimi volumi se ci ho preso.
Levi e Dominic sono due buoni personaggi, anche se ho preferito Dominic per la sua integrità morale. Levi a un certo punto mi ha deluso tantissimo
Spoiler(ma come?! Amore, pianti e lacrime quando lascia Stanton e poi? Manco 24h e giù a bombare duro con Dominic?! Per me questo è un NO grosso come una casa e con le lucine al neon)
e quindi ho smesso di empatizzare con lui.
Spoiler(più che altro, era chiaro che loro due sarebbero finiti insieme, ma mi è sembrato che si accelerasse il processo il più possibile per farli quagliare, anche se poi dicono "sì, va be', vediamo come va..." e sappiamo benissimo che "vediamo" un par di ciufoli, perché questi stanno già sulla via della relazione. Avrei preferito un passaggio più graduale, perché così Levi, almeno per me, non ci ha fatto una bella figura)

Dieci punti per la famiglia Russo, ovviamente XD
E REBEL. REBEL E' BELLISSIMA. PICCOLINA. *_*

In generale, è un buon romanzo per passare qualche ora di relax, ma non mi ha mandato in visibilio come speravo.
La città di ottone by S.A. Chakraborty

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5.0

VOTO: 5+/5

Questa sarà una recensione generale a tutta la trilogia, perché i volumi sono talmente collegati l’uno all’altro che quando ne terminavo uno mi risultava difficile scrivere qualcosa che non fosse il latrato di una fangirl in sofferenza, e quindi ho pensato che una recensione generale potesse essere la cosa migliore.

La recensione avrà una parte spoiler e una sotto spoiler, così che possa essere fruibile un po’ da tutti.

Cominciamo dalla parte non spoiler.
La Trilogia di Daevabad è una storia bellissima, incredibilmente densa di avvenimenti e che ti lascia alla fine di ogni volume con il fiato sospeso e la voglia di sapere che cosa accadrà.
I personaggi portatori di PDV sono tre, ma oggettivamente attraverso di loro ne conosciamo così tanti e ciascuno di loro è davvero ben caratterizzato. Capiamo le loro difficoltà, bestemmiano per le loro scelte sbagliate (e ne fanno a pacchi. Dara, sto guardando te, stellina di zucchero!) e soffriamo per le conseguenze. Gravi.
La Chakraborty ha creato un mondo che intreccia magia e realtà in maniera bellissima, attingendo alle storie e alle leggende famose per mettere in piedi un Gran bel Fantasy. Un fantasy che funziona e che ti fa dire che “Ehi, questo genere può dare tantissimo, rendetevene conto!”.
La vicenda è stata intrecciata davvero molto bene e non ci sono stati momenti di “vuoto” né di pausa, perché come si risolveva qualcosa ecco che accadeva qualcos’altro che ti faceva pensare: “Oh, NO!”. Personaggi che sembrano agire per il meglio, ma altri che nel frattempo fanno altre cose e ne viene fuori un casino tremendo. Fino all’ultimo non avevo idea di come l’autrice sarebbe riuscita a chiudere la partita, quale sarebbe stata la fine dei protagonisti e dei miei protetti (sì, avevo dei protetti *-*) e trovo che questo sia un grandissimo punto a favore.
Lo stile di scrittura è molto fresco, spesso a volte troppo moderno (in alcune espressioni, ma non so quanto sia colpa dell’adattamento della traduzione e quanto no) rispetto al luogo in cui ci troviamo e all’ipotetico periodo storico. Le descrizioni sono ricche, ma non pesanti, permettono di immaginare dove ci troviamo, gli animali che incontriamo, le persone, i loro abiti, tradizioni e usanze. Noi camminiamo dentro Daevabad, in parte la vorremmo vedere affondare e in parte la vorremmo salvare.
Ma di certo tutti noi, almeno una volta, la vorremmo vedere con i nostri occhi.

Sotto spoiler.
SpoilerHo voluto bene ad Ali penso quasi da subito, anche se Dara è stato il primo per cui ho fatto il tifo. Anche perché è stato tra i primi che abbiamo conosciuto. Ma alla fine, è stato Ali che ho eletto com personaggio preferito. E’ onesto, è leale, è sciocco in maniera buona XD E un puritano che, santamiseria, ma Muntadhir non ti ha insegnato NIENTE?!?!? XDDD

Dara è nato e cresciuto in un tempo troppo distante dall’attuale, con concezioni completamente diverse e che fatica a trovare davvero il suo posto nel presente. Si è nascosto troppo dietro l’essere classificato come mostro e alla fine la sua ottusità ha fatto in modo che ci restasse per sempre sotto quella accezione. Mi è dispiaciuto da morire, e mi sono fatta i miei bei piantini, soprattutto quando alla fine se n’è andato. Non penso che potesse esserci altra soluzione. Perché o quella o la morte. Mi piace pensarlo vivo e in giro per il mondo a liberare djinn resi schiavi. Magari troverà anche quel pirlotto di Vizaresh che, a una certa, m’ha fatto tenerezza, po’raccio.

Narhi ha avuto il pregio di essere davvero un buon personaggio femminile, nient’affatto svenevole pur con le sue debolezze. Ne ho apprezzato la tenacia e la forza e la battuta migliore di tutta la trilogia “Vado a uccidere mia madre”. MA QUANTA SODDISFAZIONE IN QUELLA FRASE!??!?!!? Ha amato due persone così sceme che ci hanno messo secoli prima che almeno uno dei due riuscisse ad andare a meta, mentre Dhiru se l’è ribaltata come un calzino. LO ADORO. XD Ho atteso il bacio tra Ali e Narhi come fosse la santa manna e che alla fine sia stata la loro coppia a “vincere” (anche se io avrei tanto voluto una relazione poli! *-* MA SAPETE CHE BELLI?!?!?!) mi ha resa contenta, perché l’evoluzione del loro rapporto mi è piaciuta moltissimo.

Ma la mia OTP è composta da Dhiru e Jamshid. *_* I miei piccini. Maronna quanto mi hanno fatta soffrire ‘sti due cretini fino alla fine. Con Dhiru che l’avrei voluto prendere a pizze un sacco di volte, e Jam che ne avrebbe meritata qualcuna anche lui, ogni tanto (ma piccine, considerata la pazienza). Ovviamente nella trilogia il loro spazio è ridotto al necessario, ma grazie alla raccolta ho potuto leggere dei momenti tra loro molto AWWWWWW *W* Comunque, amo Dhiru. E’ un gran bel personaggio. Caratterizzato benissimo.

Zaynab e Aqisa: ditemi che non le shippo solo io, grazie. *w* Zaynab evolve tanto e diventa fantastica.

Ghassan, Manizeh e Kaveh. Il trio della merdaviglia. Non ho mai detestato un villain come è stato con Manizeh. Una pazza furiosa che si è meritata tante di quelle bestemmie che potrei stilarci un nuovo calendario. Peggiore di Ghassan, che di certo non era padre dell’anno. Ha bruciato tutto. Ogni possibilità di felicità per farsi consumare dalla vendetta e consumare chi aveva attorno.


Consiglio questa trilogia a chi ama il fantasy, le belle storie e la voglia di restare sempre col fiato sospeso. C’è così tanto dentro questa trilogia che ne potremmo stare a parlare per ore.
Il mio consiglio è di leggere anche la raccolta (The River of Silver), che purtroppo la Oscar Vault non ha tradotto (-______-), perché ci sono dei momenti davvero belli e perché… chi è che non vorrebbe restare con loro ancora un po’?

Mi mancheranno. <3
E spero in un'eventuale trasposizione cinematografica. Sarebbe FANTASTICA! *_*
L'impero di oro by S.A. Chakraborty

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5.0

VOTO: 5++/5

Questa sarà una recensione generale a tutta la trilogia, perché i volumi sono talmente collegati l’uno all’altro che quando ne terminavo uno mi risultava difficile scrivere qualcosa che non fosse il latrato di una fangirl in sofferenza, e quindi ho pensato che una recensione generale potesse essere la cosa migliore.

La recensione avrà una parte spoiler e una sotto spoiler, così che possa essere fruibile un po’ da tutti.

Cominciamo dalla parte non spoiler.
La Trilogia di Daevabad è una storia bellissima, incredibilmente densa di avvenimenti e che ti lascia alla fine di ogni volume con il fiato sospeso e la voglia di sapere che cosa accadrà.
I personaggi portatori di PDV sono tre, ma oggettivamente attraverso di loro ne conosciamo così tanti e ciascuno di loro è davvero ben caratterizzato. Capiamo le loro difficoltà, bestemmiano per le loro scelte sbagliate (e ne fanno a pacchi. Dara, sto guardando te, stellina di zucchero!) e soffriamo per le conseguenze. Gravi.
La Chakraborty ha creato un mondo che intreccia magia e realtà in maniera bellissima, attingendo alle storie e alle leggende famose per mettere in piedi un Gran bel Fantasy. Un fantasy che funziona e che ti fa dire che “Ehi, questo genere può dare tantissimo, rendetevene conto!”.
La vicenda è stata intrecciata davvero molto bene e non ci sono stati momenti di “vuoto” né di pausa, perché come si risolveva qualcosa ecco che accadeva qualcos’altro che ti faceva pensare: “Oh, NO!”. Personaggi che sembrano agire per il meglio, ma altri che nel frattempo fanno altre cose e ne viene fuori un casino tremendo. Fino all’ultimo non avevo idea di come l’autrice sarebbe riuscita a chiudere la partita, quale sarebbe stata la fine dei protagonisti e dei miei protetti (sì, avevo dei protetti *-*) e trovo che questo sia un grandissimo punto a favore.
Lo stile di scrittura è molto fresco, spesso a volte troppo moderno (in alcune espressioni, ma non so quanto sia colpa dell’adattamento della traduzione e quanto no) rispetto al luogo in cui ci troviamo e all’ipotetico periodo storico. Le descrizioni sono ricche, ma non pesanti, permettono di immaginare dove ci troviamo, gli animali che incontriamo, le persone, i loro abiti, tradizioni e usanze. Noi camminiamo dentro Daevabad, in parte la vorremmo vedere affondare e in parte la vorremmo salvare.
Ma di certo tutti noi, almeno una volta, la vorremmo vedere con i nostri occhi.

Sotto spoiler.
SpoilerHo voluto bene ad Ali penso quasi da subito, anche se Dara è stato il primo per cui ho fatto il tifo. Anche perché è stato tra i primi che abbiamo conosciuto. Ma alla fine, è stato Ali che ho eletto com personaggio preferito. E’ onesto, è leale, è sciocco in maniera buona XD E un puritano che, santamiseria, ma Muntadhir non ti ha insegnato NIENTE?!?!? XDDD

Dara è nato e cresciuto in un tempo troppo distante dall’attuale, con concezioni completamente diverse e che fatica a trovare davvero il suo posto nel presente. Si è nascosto troppo dietro l’essere classificato come mostro e alla fine la sua ottusità ha fatto in modo che ci restasse per sempre sotto quella accezione. Mi è dispiaciuto da morire, e mi sono fatta i miei bei piantini, soprattutto quando alla fine se n’è andato. Non penso che potesse esserci altra soluzione. Perché o quella o la morte. Mi piace pensarlo vivo e in giro per il mondo a liberare djinn resi schiavi. Magari troverà anche quel pirlotto di Vizaresh che, a una certa, m’ha fatto tenerezza, po’raccio.

Narhi ha avuto il pregio di essere davvero un buon personaggio femminile, nient’affatto svenevole pur con le sue debolezze. Ne ho apprezzato la tenacia e la forza e la battuta migliore di tutta la trilogia “Vado a uccidere mia madre”. MA QUANTA SODDISFAZIONE IN QUELLA FRASE!??!?!!? Ha amato due persone così sceme che ci hanno messo secoli prima che almeno uno dei due riuscisse ad andare a meta, mentre Dhiru se l’è ribaltata come un calzino. LO ADORO. XD Ho atteso il bacio tra Ali e Narhi come fosse la santa manna e che alla fine sia stata la loro coppia a “vincere” (anche se io avrei tanto voluto una relazione poli! *-* MA SAPETE CHE BELLI?!?!?!) mi ha resa contenta, perché l’evoluzione del loro rapporto mi è piaciuta moltissimo.

Ma la mia OTP è composta da Dhiru e Jamshid. *_* I miei piccini. Maronna quanto mi hanno fatta soffrire ‘sti due cretini fino alla fine. Con Dhiru che l’avrei voluto prendere a pizze un sacco di volte, e Jam che ne avrebbe meritata qualcuna anche lui, ogni tanto (ma piccine, considerata la pazienza). Ovviamente nella trilogia il loro spazio è ridotto al necessario, ma grazie alla raccolta ho potuto leggere dei momenti tra loro molto AWWWWWW *W* Comunque, amo Dhiru. E’ un gran bel personaggio. Caratterizzato benissimo.

Zaynab e Aqisa: ditemi che non le shippo solo io, grazie. *w* Zaynab evolve tanto e diventa fantastica.

Ghassan, Manizeh e Kaveh. Il trio della merdaviglia. Non ho mai detestato un villain come è stato con Manizeh. Una pazza furiosa che si è meritata tante di quelle bestemmie che potrei stilarci un nuovo calendario. Peggiore di Ghassan, che di certo non era padre dell’anno. Ha bruciato tutto. Ogni possibilità di felicità per farsi consumare dalla vendetta e consumare chi aveva attorno.


Consiglio questa trilogia a chi ama il fantasy, le belle storie e la voglia di restare sempre col fiato sospeso. C’è così tanto dentro questa trilogia che ne potremmo stare a parlare per ore.
Il mio consiglio è di leggere anche la raccolta (The River of Silver), che purtroppo la Oscar Vault non ha tradotto (-______-), perché ci sono dei momenti davvero belli e perché… chi è che non vorrebbe restare con loro ancora un po’?

Mi mancheranno. <3
E spero in un'eventuale trasposizione cinematografica. Sarebbe FANTASTICA! *_*
Il Regno di Rame by S.A. Chakraborty

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5.0

VOTO: 5+/5

Questa sarà una recensione generale a tutta la trilogia, perché i volumi sono talmente collegati l’uno all’altro che quando ne terminavo uno mi risultava difficile scrivere qualcosa che non fosse il latrato di una fangirl in sofferenza, e quindi ho pensato che una recensione generale potesse essere la cosa migliore.

La recensione avrà una parte spoiler e una sotto spoiler, così che possa essere fruibile un po’ da tutti.

Cominciamo dalla parte non spoiler.
La Trilogia di Daevabad è una storia bellissima, incredibilmente densa di avvenimenti e che ti lascia alla fine di ogni volume con il fiato sospeso e la voglia di sapere che cosa accadrà.
I personaggi portatori di PDV sono tre, ma oggettivamente attraverso di loro ne conosciamo così tanti e ciascuno di loro è davvero ben caratterizzato. Capiamo le loro difficoltà, bestemmiano per le loro scelte sbagliate (e ne fanno a pacchi. Dara, sto guardando te, stellina di zucchero!) e soffriamo per le conseguenze. Gravi.
La Chakraborty ha creato un mondo che intreccia magia e realtà in maniera bellissima, attingendo alle storie e alle leggende famose per mettere in piedi un Gran bel Fantasy. Un fantasy che funziona e che ti fa dire che “Ehi, questo genere può dare tantissimo, rendetevene conto!”.
La vicenda è stata intrecciata davvero molto bene e non ci sono stati momenti di “vuoto” né di pausa, perché come si risolveva qualcosa ecco che accadeva qualcos’altro che ti faceva pensare: “Oh, NO!”. Personaggi che sembrano agire per il meglio, ma altri che nel frattempo fanno altre cose e ne viene fuori un casino tremendo. Fino all’ultimo non avevo idea di come l’autrice sarebbe riuscita a chiudere la partita, quale sarebbe stata la fine dei protagonisti e dei miei protetti (sì, avevo dei protetti *-*) e trovo che questo sia un grandissimo punto a favore.
Lo stile di scrittura è molto fresco, spesso a volte troppo moderno (in alcune espressioni, ma non so quanto sia colpa dell’adattamento della traduzione e quanto no) rispetto al luogo in cui ci troviamo e all’ipotetico periodo storico. Le descrizioni sono ricche, ma non pesanti, permettono di immaginare dove ci troviamo, gli animali che incontriamo, le persone, i loro abiti, tradizioni e usanze. Noi camminiamo dentro Daevabad, in parte la vorremmo vedere affondare e in parte la vorremmo salvare.
Ma di certo tutti noi, almeno una volta, la vorremmo vedere con i nostri occhi.

Sotto spoiler.
SpoilerHo voluto bene ad Ali penso quasi da subito, anche se Dara è stato il primo per cui ho fatto il tifo. Anche perché è stato tra i primi che abbiamo conosciuto. Ma alla fine, è stato Ali che ho eletto com personaggio preferito. E’ onesto, è leale, è sciocco in maniera buona XD E un puritano che, santamiseria, ma Muntadhir non ti ha insegnato NIENTE?!?!? XDDD

Dara è nato e cresciuto in un tempo troppo distante dall’attuale, con concezioni completamente diverse e che fatica a trovare davvero il suo posto nel presente. Si è nascosto troppo dietro l’essere classificato come mostro e alla fine la sua ottusità ha fatto in modo che ci restasse per sempre sotto quella accezione. Mi è dispiaciuto da morire, e mi sono fatta i miei bei piantini, soprattutto quando alla fine se n’è andato. Non penso che potesse esserci altra soluzione. Perché o quella o la morte. Mi piace pensarlo vivo e in giro per il mondo a liberare djinn resi schiavi. Magari troverà anche quel pirlotto di Vizaresh che, a una certa, m’ha fatto tenerezza, po’raccio.

Narhi ha avuto il pregio di essere davvero un buon personaggio femminile, nient’affatto svenevole pur con le sue debolezze. Ne ho apprezzato la tenacia e la forza e la battuta migliore di tutta la trilogia “Vado a uccidere mia madre”. MA QUANTA SODDISFAZIONE IN QUELLA FRASE!??!?!!? Ha amato due persone così sceme che ci hanno messo secoli prima che almeno uno dei due riuscisse ad andare a meta, mentre Dhiru se l’è ribaltata come un calzino. LO ADORO. XD Ho atteso il bacio tra Ali e Narhi come fosse la santa manna e che alla fine sia stata la loro coppia a “vincere” (anche se io avrei tanto voluto una relazione poli! *-* MA SAPETE CHE BELLI?!?!?!) mi ha resa contenta, perché l’evoluzione del loro rapporto mi è piaciuta moltissimo.

Ma la mia OTP è composta da Dhiru e Jamshid. *_* I miei piccini. Maronna quanto mi hanno fatta soffrire ‘sti due cretini fino alla fine. Con Dhiru che l’avrei voluto prendere a pizze un sacco di volte, e Jam che ne avrebbe meritata qualcuna anche lui, ogni tanto (ma piccine, considerata la pazienza). Ovviamente nella trilogia il loro spazio è ridotto al necessario, ma grazie alla raccolta ho potuto leggere dei momenti tra loro molto AWWWWWW *W* Comunque, amo Dhiru. E’ un gran bel personaggio. Caratterizzato benissimo.

Zaynab e Aqisa: ditemi che non le shippo solo io, grazie. *w* Zaynab evolve tanto e diventa fantastica.

Ghassan, Manizeh e Kaveh. Il trio della merdaviglia. Non ho mai detestato un villain come è stato con Manizeh. Una pazza furiosa che si è meritata tante di quelle bestemmie che potrei stilarci un nuovo calendario. Peggiore di Ghassan, che di certo non era padre dell’anno. Ha bruciato tutto. Ogni possibilità di felicità per farsi consumare dalla vendetta e consumare chi aveva attorno.


Consiglio questa trilogia a chi ama il fantasy, le belle storie e la voglia di restare sempre col fiato sospeso. C’è così tanto dentro questa trilogia che ne potremmo stare a parlare per ore.
Il mio consiglio è di leggere anche la raccolta (The River of Silver), che purtroppo la Oscar Vault non ha tradotto (-______-), perché ci sono dei momenti davvero belli e perché… chi è che non vorrebbe restare con loro ancora un po’?

Mi mancheranno. <3
E spero in un'eventuale trasposizione cinematografica. Sarebbe FANTASTICA! *_*
Il mistero del corvo by C.S. Poe

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3.0

Voto: 3+/5

Recensione a caldo perché l'ho appena finito.
Come sempre - e come forse dovrei smettere di fare - ho iniziato questo romanzo con molte aspettative: giallo, queer, i'm yours. E per quanto avesse delle sbavature nell'utilizzo della prima persona - soprattutto per la presenza di svariati infodump relativi alla disabilità di Sebastian - si stava facendo leggere molto bene ed ero così contenta di come stava sviluppando il rapporto tra i due protagonisti: finalmente non abbiamo personaggi che finiscono insieme a caso, ma stanno instaurando delle dinamiche interessanti.
Ecco.
Al 38% del romanzo ho potuto dire addio a questo sviluppo meraviglioso rimanendoci non solo male, ma male male male.
La storia è dal pdv di Seb, conosceva Cal da 2 giorni scarsi e Cal non aveva mai dato alcun segnale di interesse nei riguardi di Seb. I due stavano avendo una discussione riguardante il caso, molto formale e poi debbotto... POMPINO. DA PARTE DI CAL CHE PRENDE L'INIZIATIVA!
E io ero tipo: "...Cosa?! O_O Ma così? Ma debbotto? Che fine hanno fatto le almeno altre cinquanta pagine di evoluzione che avrebbero dovuto anticipare questo momento?".
E invece no. E invece senza senso, senza logica e solo perché boh è un romance MM e quindi è prescritto nel bugiardino che arrivati a una certa % i protagonisti debbano finire a letto, ecco che il sesso è servito (e ce ne sarà parecchio).
Non dico che non me lo aspettassi, perché era ovvio come sarebbe andata a finire, ma non era il momento giusto, non aveva proprio logica di essere inserito in quel momento (tra l'altro, l'ennesimo tradimento di un protagonista che si sta lasciando col compagno, ma subito ha 'sta foga di azzuppare il biscotto altrove. *roll eyes*. Io ve lo dico: la caratterizzazione di Neil è migliore, di gran lunga).
Quindi, superato lo scoglio di questo andar di fretta per mettere insieme i protagonisti, la narrazione del caso è comunque piacevole, il caso interessante, i personaggi secondari sono carini e lo sviluppo non è proprio malissimo (anche se certe scelte mi sono sembrate un po' forzate per far andare le cose in un certo modo).
Si era capito subito che Duncan c'entrava qualcosa, perché chi legge/guarda serie crime è rodato e ha l'intuito sopraffino, ma poi debbotto - again! - lo capisce anche Sebastian ed è completamente out of the blue questa sua epifania, perché non c'è alcuna deduzione prima, nessun pensiero a riguardo. Solo DOPO a cose fatte, ecco che ci viene spiegato che Seb aveva avuto dei sospetti ecc ecc, collegato cose, ecc ecc, era una supposizione ecc ecc. Sì, ma narrativamente a noi non hai fatto capire nulla dei sospetti di Seb, quindi per me questo è un Deus Ex Machina grosso come una casa.
La fine ovviamente è sole cuore e amore, ma trovarmi con un instant love che fino al 38% non esisteva mi ha deluso moltissimo. Anche perché Seb si va a impelagare in un situazione che è molto parente di quella che si è lasciata alle spalle, solo che Cal è una persona più decente di Neil, ma il succo cambia poco: Cal ha comunque problemi a fare coming out sul lavoro. Alla fine dice di averlo fatto con la famiglia, ma a me sa comunque un pochino di contentino.

C'è ovviamente qualcosa che mi è piaciuto.
Il riferimento a Christopher Holmes, per esempio XD. L'ho trovato molto carino. Era carina anche l'idea del caso, seppur il finale sia stato un po' loffio.
E ho apprezzato tanto il dirty talk. Non è una cosa che ho trovato esplicitata bene molto spesso, e quindi ne sono stata contenta, ma non è bastato a risollevare le sorti del romanzo.
Spero che nei prossimi (dato che è una serie), ora che comunque la coppia si è formata magari si presterà un po' più di attenzione allo sviluppo della parte crime e all'evoluzione tra loro.